Le polemiche non cessano e sul web opinioni contrastanti sul caso Altaforte, la casa editrice vicina a Casapound. In prima linea Zerocalcare e il museo-memoriale di Auschwitz-Birkenau
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«Ci sottraiamo volentieri al gioco del "se c’è lui non vengo io" e confermiamo la nostra partecipazione al prossimo Salone del Libr».
Esordisce con queste parole il comunicato stampa rilasciato da Rubbettino editore riguardante la sua partecipazione al Salone del Libro di Torino, al centro delle polemiche di questi giorni a causa dell’adesione all’evento della casa editrice Altaforte, vicina a CasaPound. Proponendo un catalogo variegato, la casa editrice calabrese denuncia l’oppressione di qualsiasi tipo in favore della libertà, concludendo con una considerazione definibile portavoce del pensiero della stessa: «Il Salone del Libro deve essere uno spazio aperto, perché i libri sono uno degli strumenti principali che gli uomini hanno a disposizione per costruire la Società Aperta».
Gli inizi della polemica
L’uragano sull’evento dedicato ai libri, che aprirà i battenti il prossimo 9 maggio al Lingotto di Torino, è partito dal ritiro annunciato qualche giorno fa del collettivo di scrittori Wu Ming 4, che doveva presentare per l’occasione una nuova antologia edita per Eterea dal titolo "J.R.R. Tolkien Il Fabbro di Oxford". «La decisione è stata presa: quella di scrivere, a futura memoria, una nuova pagina nera – o bruna – nella storia di come fu normalizzato il neofascismo», si legge nel comunicato stampa ufficiale rilasciato dal collettivo, che continua: «A Torino si è compiuto un passo ulteriore nell’accettazione delle nuove camicie nere sulla scena politico-culturale italiana».
Il ritiro di Zerocalcare
Dopo il collettivo, non è passato molto dall’annuncio di un altro ritiro di uno dei rappresentanti della scena fumettistica italiana, Zerocalcare, che ha commentato così le sue motivazioni: «Non posso pensare di rimanere seduto a pochi metri dai sodali di chi ha accoltellato i miei fratelli e incrociarli spesso». Intanto sul web sono apparse le sue vignette riguardanti la vicenda, portando il dibattito ad un pubblico sempre più ampio.
#IoVadoaTorino, la voce di Michela Murgia
In opposizione al collettivo Wu Ming e Zerocalcare, il pensiero di Michela Murgia, che lancia l’hashtag #IoVadoaTorino dichiarando sul suo profilo facebook i motivi che l’hanno portata a non retrocedere la sua posizione: «Non lasceremo ai fascisti lo spazio fisico e simbolico del più importante appuntamento editoriale d'Italia. Saremo invece l'uno accanto all'altra per leggere, parlare, testimoniare e incontrare i lettori e le lettrici in un momento in cui ogni spazio democratico va difeso palmo a palmo».
La risposta del Salone del Libro e del governatore Chiamparino
Intanto, il Salone del Libro di Torino ha espresso la sua posizione in merito, in un comunicato stampa che ha dato motivo di conferma del distacco di alcuni partecipanti e la convinta presenza di altri. Nessuna legge vieta alla casa editrice di pubblicare libri dedicati a correnti politiche di estrema destra. Se Altaforte Edizioni paga il suo spazio, nessuno potrà impedirle di partecipare. Posizione appoggiata anche dal governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, che in merito alle polemiche è così intervenuto: «Reputo quindi la scelta dei vertici del Salone del Libro l’unica che si potesse prendere. Il libro, per definizione, è un elemento di apertura. Ognuno può quindi esprimere i giudizi che crede, ma nulla è peggio di utilizzare argomenti amministrativi per impedire una presenza, per quanto sia appunto discutibile e lontana da me».
La risposta di Altaforte alla polemica
Altaforte Edizioni, dal canto suo, commenta le polemiche dichiarando la sua ferma partecipazione all’evento con un saluto «Ai tanti lettori, che ci siano culturalmente amici o avversari, diamo il nostro arrivederci a Torino, con l’augurio di un ricco e sereno confronto di idee» come si legge sul sito ufficiale.
La posizione del museo-memoriale di Auschwitz-Birkenau
Infine, poche ora fa è giunta la notizia dell’aperto dissenso e ritiro della presenza al Salone del museo-memoriale di Auschwitz-Birkenau che, con una lettera firmata anche da Halina Birenbaum, scrittrice sopravvissuta all’Olocausto, informa che «non si può chiedere ai sopravvissuti di condividere lo spazio con chi mette in discussione i fatti storici che hanno portato all’Olocausto, con chi ripropone una idea fascista della società». Rendendo noto che, se Altaforte dovesse comunque partecipare alla fiera, la scrittrice Birenbaum presenzierà ad un incontro con i lettori in un altro luogo della città.