Ricongiungimento familiare e tanto lavoro, nell’estate dell’attrice e autrice teatrale Annalisa Insardà. Nella frazione Bellantone di Laureana di Borrello, l’artista ritrova l’aria di casa e i brevi viaggi fino al mare di Nicotera, ma intanto organizza i suoi spettacoli. «L’ansia da prestazione è uguale su ogni palco – confessa – ma quando recito nella mia regione sento una responsabilità in più, perché il pubblico non si limita ascoltare perché sa che si parla di lui».       

Emigrante atipica Insardà, formatasi alla Scuola di Teatro di Palmi a 26 anni l’arrivo a Roma - «ma torno ogni 2 mesi, perché io mi sento appartenere a questa terra dove mi rigenero», chiarisce – e da lì continua ad avere uno sguardo dolente. «Dobbiamo sfatare un mito – dice – nascere in Calabria è una risorsa, vista la forza che i nostri elementi naturali offrono, è invece il venire dalla Calabria un problema, perché questo fatto viene visto ancora con troppi pregiudizi. Io stessa quando cercavo casa a Torino mi sono sentita dire che non si affittano case ai meridionali».    

Una molla che però ha modificato in meglio l’impegno artistico. «Dopo quella discriminazione subita – prosegue – ho sentito il dovere di rivendicare la mia calabresità, ho pensato che fosse giusto raccontare le cose brutte ma anche le tante cose belle di questa regione, che purtroppo si conoscono poco».

Anche da questo è ispirato l’impegno lavorativo di questa estate, Insardà sta portando in scena “Reality shock” – un monologo scritto da lei sulla perdita della libertà – e poi sarà ospite del 3° meeting Sud e Futuri promosso a Scilla dalla Fondazione Magna Grecia.