«Pierpaolo è pieno di vita e poi ha una leggerezza esistenziale che è difficile trovare nelle persone. Non avendo malizia nei comportamenti, tutto quello che ci mette nei rapporti quotidiani è puro. Se ti dice ti voglio bene, è un ti voglio bene a tutto tondo». Giampiero Gimigliano racconta così chi è Pierpaolo, il figlio 18enne affetto dalla sindrome di Down. Un ragazzo catanzarese dolce e pieno di vita che incontriamo sulla spiaggia di Montepaone mentre si prepara per quella che per lui è una passione irrinunciabile, ovvero una immersione subacquea.

La subacquea, uno sport inclusivo

«Lui è stato il primo ragazzo in Europa con la sua patologia a prendere il diploma di sub due anni fa – racconta con soddisfazione  il papà -. Quest’anno stiamo facendo un corso di perfezionamento per mantenere viva questa sua predilezione». E così dopo la fase preparatoria Pierpaolo, accompagnato dai suoi istruttori, entra in acqua, in una dimensione in cui la disabilità non esiste e ogni volta per lui, e per chi gli sta attorno, è un’emozione nuova e diversa. «La subacquea è uno sport altamente inclusivo – sottolinea Francesco Laratta della scuola subacquea Lo Squalo - e riuscire a coinvolgere ragazzi con queste problematiche per noi è una grande soddisfazione. Basta guardare gli occhi di Pierpaolo quando esce dall’acqua: è un’esperienza unica. Grazie all’esperienza fatta con lui siamo riusciti a standardizzare un percorso rivolto a ragazzi con al sindrome di Down». «Quando lavoriamo con i ragazzi speciali andiamo ad adattare uno sport a determinate difficoltà tecniche e logistiche – aggiunge Claudia De Fazio istruttore DDI, disabled divers international – soprattutto logistiche perché pur essendo la subacquea uno sport molto inclusivo, il territorio non ci aiuta e a volte anche solo il dover arrivare in acqua o salire in barca per ragazzi con problemi di deambulazione diventa estremamente difficile».

"Un detergente quotidiano"

Ma il mare non è l’unica passione di Pierpaolo, a lui piace anche la montagna, la fotografia e ama andare a scuola. «Mio figlio frequenta il primo anno della scuola alberghiera a Soverato e, come ho già avuto modo di dire nel corso di una riunione, la sua presenza fa in modo che i suoi compagni di classe un domani diventeranno dei cittadini migliori perché li obbligherà ad un atteggiamento che in un’altra situazione non avrebbero, li farà diventare delle persone diverse perché si confronteranno già da adesso con la disabilità. Per me Pierpaolo è un “detergente quotidiano”: quando vedo mio figlio dopo una giornata piena in cui si ha a che fare con tanti impegni, problemi, persone, mi rifugio in un suo abbraccio e mi detergo di tutto. E’ una cosa meravigliosa. Il mio sogno è che un giorno si possa organizzare una mostra con le fotografie fatte da Pierpaolo sott’acqua. Lui ha sempre avuto la passione per le foto e questa è una cosa che sicuramente faremo appena sarà più autonomo anche in mare».

«Pierpaolo è nato con qualcosa in più»

Insomma nelle parole di Giampiero e in quelle di Pierpaolo c’è vita, c’è un entusiasmo che si rinnova ogni giorno grazie al miracolo dell’amore. «L’unica strada per potergli dare quello che la vita non gli ha dato, o gli ha dato in maniera diversa, è l’amore - sottolinea papà Giampiero -. L’amore dei genitori, delle sorelle, delle persone che gli stanno accanto. Questo amore lui lo usa come se fosse un salvagente quando ha a che fare con il mondo e con persone non sempre positive. Noi siamo stati un riferimento per molte famiglie con ragazzi con la sindrome di Down perché la gente ci vedeva sereni. Spesso qualcuno se ne fa una colpa senza pensare che questi ragazzi sono nati con qualcosa in più e non in meno. Io e la mia ex moglie siamo stati in grado di dare dei consigli esistenziali a molte famiglie, la presenza di Pierpaolo ci ha reso delle persone migliori».