La scrittrice ci svela il percorso dalla lunga creazione dell'opera edita da Laruffa: «Nasce da un pensiero che avevo e che è maturato nel tempo attraverso lo studio letteratura della Calabria»
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Tra i libri candidati al Premio Strega quest’anno c’è anche un pezzo di Calabria, c’è “Terra santissima”, di Giusy Staropoli Calafati, edito da Laruffa. In un colloquio intimo, la scrittrice ci svela il percorso dalla lunga creazione del romanzo fino alla notizia della candidatura.
Com’è nato il libro
«Da un pensiero che avevo e che è maturato nel tempo, attraverso lo studio e la lettura della letteratura calabrese, di autori come Saverio Strati, Mario La Cava, Francesco Perri e Corrado Alvaro. Attraverso queste opere sono riuscita a maturare una consapevolezza della Calabria che mi sono accorta di non avere mai avuto. Sono riuscita a penetrare nel cuore della Calabria, che porta un nome, quello dell'Aspromonte che diventa metafora di una terra intera».
«Cercare di penetrare l'Aspromonte per una donna non è mai stato facile – continua l’autrice -. Mi sono accorta che quella montagna era stata sempre raccontata dagli uomini. Ho voluto azzardare in questa cosa perché leggendo le loro opere le ho sentite parte di me. Ho iniziato a scrivere il libro più di 5 anni fa, senza una struttura ben definita. Mentre i luoghi c'erano. I personaggi, tranne la protagonista, son venuti dopo. Penetrare l'Aspromonte era un azzardo ma Simona, al protagonista, non si tira indietro. Il libro nasce dalla necessità di scoprire, con un viaggio di introspezione, una Calabria che mi era sconosciuta ma che sempre mi era appartenuta».
Il titolo
«Il titolo è una provocazione perché rimanda a qualcosa di sacro o religioso ma la fede, se di fede si può parlare, che mi ha ispirata è un po' differente dal senso di religiosità di tutti noi. La Calabria è una terra santa perché è protetta dai santi, ma santissima perché deve essere vista da un altro punto di vista: non la casa in cui vi abita l'onorata società ma come una società onorata, bella, straordinaria, che ritrova nella sua bellezza il suo valore e la sua potenza. L'Aspromonte è madre e Terra santissima parte da qui, dalla maternità della montagna».
Terra santissima candidato al premio Strega
«La notizia della candidatura di Terra Santissima al premio strega è stato un momento in cui ho smesso di respirare. È un sogno per tutti gli scrittori, ma mai mi sarei aspettata che potesse accadere sul serio. Oggi sgrano gli occhi quando leggo e rileggo il mio nome quando lo leggo in mezzo ai 72 candidati. Torna la Calabria al premio Strega. Nel 1951 ricordo lo vinse Corrado Alvaro. Questo libro ha presunzione di riprendere il pensiero di Alvaro, di rimetterlo in discussione».
«Anche solo candidatura, anche se questa esperienza non dovesse andare oltre sono molto felice. Posso dire che ho già realizzato un mio sogno – prosegue -. Sono una donna, una scrittrice che però vive in Calabria, che questa terra ha deciso di non lasciarla. Probabilmente altrove avrei fatto dei percorsi diversi e molto più veloci rispetto a quelli che stanno avvenendo a questa latitudine. Sono la prima donna che scrive di storie incrociate in Aspromonte, come sottolinea Cosimo Sframeli in prefazione, che si azzarda a penetrare la montagna e lo fa dalla sua terra di origine».
«Sarebbe bello arrivare nella dozzina o nella cinquina, ma solo per dire che la Calabria ancora può farcela, che questa terra può essere nella bellezza trascinata ovunque. Ed io è questo che cerco di fare con i miei libri e la mia scrittura. Perché un romanzo può tutto. Di recente vado farneticando con un motto “La letteratura salverà la Calabria”, forse è solo provocazione o farneticazione, può essere che sia la verità e questa candidatura al premio Strega quasi me lo dimostra. Io sono onorata: ringrazio dal più profondo Corrado Calabrò, che mi ha dato quest'occasione, ha creduto nella mia scrittura. Con me al premio Strega sono candidati tutta la Calabria e tutti i calabresi e spero di poter fare onore a questa terra, ma già è un grande sogno che si realizza».
La trama
«Terra santissima racconta una storia in cui è protagonista una donna, Simona Giunta, giornalista che vive da 20 anni a Milano, ma il destino le chiede di ritornare alle origini e, per un'inchiesta giornalistica, viene mandata in Calabria. Figlia di emigrati calabresi in Lombardia, è stata costretta a lasciare l'Aspromonte a 9 anni, ma non ha mai saputo il perché. Il giorno della partenza non porta con sé molte cose, ma in realtà non ritorna più. Le si porge l'occasione di tornare in quella terra che anche da lontano aveva seguito».
«Torna per un'inchiesta sulle 'ndrine della montagna, ma questo viaggio non è solo un'inchiesta ma una riscoperta di sé. Terra santissima è una storia d'amore - conclude -, non di 'ndrangheta. Parla della Santa, della 'ndrangheta, ci entra dentro per non entrarci. Ciò che emerge in modo potente è l'ostinazione di questa ragazza. Fa questa esperienza attraversando i luoghi intimi di Corrado Alvaro e Francesco Perri e lo fa con dolcezza e senso di responsabilità verso sé e verso la terra che la riconosce e non l'ha mai dimenticata. Il messaggio che vuole lanciare il libro è che nessuna società può essere colta dal dubbio che vivere rettamente sia inutile. Ringrazio fortemente la mia casa editrice Laruffa per aver creduto nel mio libro e deciso di pubblicarlo e per seguirmi in questo percorso che ci vede protagonisti insieme in questa avventura».