Tra le dieci giovani studiose citate da Elena Cattaneo nel suo recente libro Scienziate – storie di vita e di ricerca edito da Raffaello Cortina, c’è anche Maria Giovanna Durante, ingegnere sismico nota a livello internazionale, operante presso il Dipartimento di ingegneria civile dell’Università della Calabria, il cui percorso si intreccia con quello di altre giovani e appassionate eccellenze, di donne protagoniste, come la stessa autrice, non solo di una rivoluzione della conoscenza, ma anche di un percorso di emancipazione femminile, di un modello di riferimento che a fatica, anche in Italia, si va affermando.

Marcia indietro necessaria

Docente di farmacologia alla Statale di Milano e senatrice a vita, Elena Cattaneo, ospite dell’ateneo di Arcavacata nell’ambito dell’iniziativa Fare scienza oggi tra metodo, libertà e responsabilità pubbliche, al nostro network ammette di aver cambiato idea rispetto al gap gender. Perché, dice: «ero convinta che il divario di genere non fosse più un problema nella nostra società. Poi però mi sono accorta di avere torto. E l’ho capito analizzando le situazioni presenti in alcune università, inclusa quella in cui insegno. Il divario di genere – sentenzia - non solo esiste, ma noi non siamo strutturati per riconoscerlo. Perché sin dalle prime fasi della nostra vita veniamo indirizzate, plasmate, anche inconsapevolmente, per fare scelte che non sono mai a tutto campo».

Una mozione per la ricerca pubblica

Dialogando con Giovanna Vingelli, delegata del Rettore per le pari opportunità e con Francesco Valentini, presidente della Commissione Ricerca e Terza Missione del Senato Accademico, Elena Cattaneo ha illustrato anche la sua mozione sulla ricerca pubblica recentemente approvata all’unanimità a Palazzo Madama, per chiedere al Governo un impegno per realizzare su questo fronte, almeno il minimo indispensabile «che per me significa – spiega la senatrice a vita – pubblicare ogni anno almeno un bando pubblico, a data fissa, da espletare in tempi certi, riservato agli studiosi. Una competizione che stimoli l’avanzamento della ricerca adottando però metodi di valutazione di qualità. In un primo momento dal Parlamento era arrivata una bocciatura. Poi però, in seguito ad una interazione con la ministra Anna Maria Bernini, è giunto il via libera».

Il valore delle prove

Il nome di Elena Cattaneo è associato agli studi genetici condotti per la cura della malattia di Huntington, una grave e rara condizione genetica neurodegenerativa. In merito alla sfiducia che serpeggia nell’opinione pubblica verso la scienza e la medicina, la studiosa non ha dubbi: «Gli unici anticorpi sono la conoscenza e la comunicazione. Ognuno di noi deve ricordare che lavora per coloro che vivono al di fuori dei nostri laboratori. Quindi all’opinione pubblica dobbiamo sempre spiegare i meccanismi che conducono verso una certa scoperta scientifica, sottolineando il valore delle prove. In modo tale da disinnescare le narrazioni distorte e vincere contro pregiudizi e racconti privi di qualsiasi evidenza».