L’autonomia scolastica come limite ma anche come opportunità. È partita da qui la vicepresidente della Regione Calabria Giusy Princi, ospite della puntata odierna di Prima della notizia, il format di approfondimento in onda dal lunedì al venerdì alle 13 su LaC. La docente e già dirigente scolastica dell'isitituto Leonardo da Vinci di Reggio Calabria, che ha oggi nella Giunta Occhiuto anche la delega all’Istruzione, definisce «deleteria» per alcuni aspetti l’autonomia scolastica «per la libertà di scelta che ha trasformato la scuola di fatto di un’azienda, gli istituti scolastici oggi vivono di numeri, sono necessarie le iscrizioni per sopravvivere».

Ma l’autonomia scolastica significa anche altro, significa ad esempio anche autonomia sul piano finanziario: «Questa - ha detto ancora la vicepresidente - dà la possibilità di attingere alle risorse ministeriali e comunitarie e a oggi le scuole sono quelle che hanno investito meglio nella programmazione e pianificazione».

Il ruolo dei docenti

Princi però pone l’accento anche su altro aspetto che oggi rende difficile la gestione nelle scuole: «Negli ultimi anni la classe docente ha subito una generazione diversa, parliamo di ragazzi che sono ormai nativi digitali. Il compito del docente oggi è particolarmente difficile, se non si arriva a intervenire con i giusti bisogni formativi, gli studenti si annoiano, si perdono. È necessario quindi adeguare il metodo alle esigenze dei ragazzi, rendere le lezioni attrattive. La scuola oggi più che mai ha un compito gravoso, per questo è necessario fare rete. Sono convinta che differenza la facciano proprio le persone nella misura in cui riescono a fare squadra nei sistemi scolastici».

Il Pnrr

Per la vicepresidente della Regione siamo di fronte anche a una sfida importante che «non dobbiamo e non possiamo perdere». Il riferimento è ai fondi del Pnrr: «La nostra giunta sta lavorando in tal senso, abbiamo cinque anni per riuscire a finalizzare le risorse disponibili. Nel campo dell’istruzione c’è ancora tanto da fare, penso alle infrastrutture».

Ma per l'ex dirigente è necessario «intervenire anche sui programmi scolastici che oggi rischiano di essere obsoleti. C'è un evidente scollamento tra le richieste del mondo aziendale e percorsi didattici non adeguati alle nuove competenze. Tra i miei obiettivi c'è anche quello di lavorare in sinergia con scuole e università per realizzare percorsi curriculari coerenti con le richieste del mondo aziendale. Abbiamo bisogno di indirizzi specifici che partano dalle richieste del mercato. Dobbiamo essere moderni e adeguarci al contesto nel quale viviamo e in questo le scuole hanno un ruolo determinante. Dobbiamo formare una classe docenti - conclude Princi - in grado di aprire le menti dei nostri ragazzi. Abbiamo il dovere di farlo verso i nostri giovani ai quali abbiamo tolto tanto e per troppo tempo».