VIDEO | Ospite degli studi de ilReggino.it, il direttore artistico e regista Christian Parisi lancia l'allarme: solo il 13% degli italiani ha assistito a uno spettacolo teatrale nel 2024, un dato che obbliga a riflettere sul futuro
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Ospite di "A tu per tu", Christian Maria Parisi, direttore artistico del Teatro Primo, ha raccontato la straordinaria avventura che lo ha portato a creare uno spazio culturale unico, partendo dalla periferia di Reggio Calabria fino a Villa San Giovanni. Una chiacchierata ricca di spunti su cosa significhi fare impresa culturale oggi, affrontando ostacoli e scommettendo sul valore della cultura come motore di trasformazione sociale.
Il Teatro Primo nasce nel 2008 a Saracinello, in un ex campo di calcetto trasformato con passione e sacrificio in una sala teatrale. Da allora, cambiata location e raggiunta la cittadina di Villa San Giovanni, è diventato un punto di riferimento per la drammaturgia contemporanea e un laboratorio per la crescita culturale. «All'epoca mancavano spazi adeguati per chi voleva fare teatro – ha ricordato Parisi – così abbiamo deciso di crearne uno, un luogo che fosse non solo nostro, ma anche della comunità».
Il dialogo ha toccato temi attualissimi: la carenza di spazi culturali in Calabria, il disinteresse delle istituzioni e la necessità di sostenere i nuovi linguaggi teatrali. Parisi ha evidenziato il dramma di un pubblico sempre più lontano dal teatro, con dati allarmanti che vedono solo il 13% degli italiani partecipare ad almeno uno spettacolo all'anno. In questo contesto, il Teatro Primo ha scelto di puntare sulla qualità, investendo su nuovi autori e offrendo al pubblico esperienze autentiche e coinvolgenti.
Da 11 anni a Villa San Giovanni, il Teatro Primo è uno spazio intimo con 64 posti a sedere, che riesce a sopravvivere grazie alla passione e alla scommessa continua di artisti e spettatori. Parisi ha lanciato un appello accorato: «Serve un impegno congiunto delle istituzioni e della politica per sostenere chi lavora dal basso, creando pubblico e valorizzando i nuovi autori. Ma serve anche il pubblico: il teatro è nutrimento per l’anima».