Con “La scuola cattolica”, vietata ai minori, ha preso il via la rassegna di cinema diretta da Gianlorenzo Franzì al Teatro Grandinetti e giunta all’ottava edizione
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È iniziato con una pellicola di forte impatto emotivo, censurata in Italia ai minori di diciotto anni e che del nostro Paese racconta una delle pagine più crude e amare, la strage del Circeon il Lamezia international Film fest. Dal Teatro Grandinetti di Lamezia Terme con il film “La Scuola Cattolica” ha preso il via l'ottava edizione della rassegna. La pellicola rimanda al caso avvenuto a San Felice Circeo che coinvolse le giovanissime Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. Le due ragazze furono rapite, stuprate e torturate tra il 29 e il 30 settembre del 1975. Lopez fu uccisa, Colasanti riuscì a salvarsi fingendosi morta.
Il regista Stefano Mordini, presente in sala e che ha partecipato ad un incontro con gli studenti ha racchiuso così un impegno difficile da raccontare: «Abbiamo lavorato cercando di conoscere, di intercettare le piccole cellule di sentimento in questa terribile storia, nell’intento di contestualizzare il film all’oggi con un significato prevalente che è l’impunità. Nel film c’è l’incomprensione familiare, la famiglia mancata».
«Oggi – ha ribadito Mordini - la problematica della violenza sulle donne è più attuale che mai ma, durante la lavorazione, ho sempre pensato che potesse esserci un altro finale, invece che l’epilogo che tutti conosciamo. La morte delle due ragazze, a distanza di vent’anni l’una dall’altra, ha costretto la società a mettersi in discussione e a rivedere anche il codice penale in merito a questi reati».
Incalzato dalle domande del direttore artistico Gianlorenzo Franzì il regista ha spiegato che «il film non dà colpe a nessuno, infatti abbiamo fatto di tutto per mantenere un certo equilibrio. A nostro avviso nelle scene non c’è nulla che possa essere censurato, in ogni caso non abbiamo avuto paura della sfida e abbiamo ricostruito questa inquietante storia. Sono convinto –ha concluso Mordini - che, quando si pensa e si realizza un lavoro cinematografico, non bisogna essere schiavi del risultato».
A conclusione dell’incontro, Franzì ha consegnato al regista il Premio Ligea, raffigurante la figura mitologica che è l’emblema del festival. Oggi, mercoledì 24 novembre, il LIFF8 dà spazio alla sezione Le lingue del cinema con un focus sulla storia e la cultura della comunità arbëreshë, radicata da secoli nel territorio calabrese con la pellicola Arberia della regista Francesca Olivieri che sarà presente in sala.
La proiezione sarà preceduta da un incontro col pubblico cui parteciperanno, oltre alla regista, anche l’assessore alla cultura di Maida, Sabrina Fiumara; l’assessore alla cultura di Caraffa, Serena Notaro; il professore Giuseppe Giordano, studioso; e il dirigente dell’IC di Maida, professore Giuseppe De Vita. Tutti rappresentanti di Comuni calabresi dove la presenza arbëreshë ancora è viva e vitale.
Anche oggi proseguiranno le proiezioni in lingua originale a cura dell’associazione culturale Una. Dopo Nomadland, in programma ieri, sarà la volta di Parasite.
Il LIFF8, realizzato in collaborazione con la Rambaldi Promotions, è patrocinato dalla Regione Calabria e dal Comune di Lamezia Terme.