Davanti allo Jonio la presentazione del volume che è un viaggio tra storia, mitologia e letteratura. Presenti intellettuali, amministratori e semplici cittadini che insieme hanno riflettuto sul ruolo e sul futuro dell'area
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Pomeriggio di felici convergenze davanti allo Jonio di Catanzaro. In uno dei lidi più inclusivi d’Italia (Il Valentino, iper-attrezzato per bagnanti disabili), davanti allo spettacolo variopinto del Festival degli Aquiloni ed in mezzo al vociare di bambini felici è andata in scena la Cultura. Intellettuali, amministratori e semplici cittadini hanno preso parte alla presentazione del libro “La Marina di Catanzaro. Un lungo itinerario fra Mitologia, Storia e Letteratura di viaggio”. Si tratta di un corposo volume scritto dall’ingegnere Gaetano Antonio Furriolo, con la collaborazione del collega Fernando Virone ed edito da Local Genius di Massimo Tigani Sava.
Il libro
È stato proprio l’editore-giornalista a condurre la presentazione del libro (facente parte della collana “Catanzaro ed il Catanzarese”) che consta di oltre 500 pagine, con mappe, tavole e immagini in una impaginazione accattivante curata da Maurizio D’Agostino. «Produciamo libri con risorse private, non pubbliche – ha detto Tigani – perché la cultura è quella che muove l’economia, altrimenti è solo spettacolo ed intrattenimento».
Gli ospiti
A sostenere l’iniziativa, producendo un inizio – si spera - di dibattito continuo sul ruolo ed il futuro del quartiere tanti amministratori di diversa estrazione politica. La vicesindaca Giusy Iemma ha insistito sulla «bellezza del mare e la Bandiera Blu che ne deve essere garanzia di tutela»; il consigliere Nunzio Belcaro ha bocciato «il progresso che ha divorato la storia»; l’assessore Donatella Monteverdi ha definito il libro «opera importante soprattutto per chi non è di Marina» mentre il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro-Vibo-Crotone Pietro Falbo ha offerto un saggio excursus su quando «qui a fine ‘800 c’era una fiorente attività di sbarco merci ed imbarco».
Le parole del sindaco Fiorita
Il sindaco Nicola Fiorita (a capo di un’amministrazione di centrosinistra) ha focalizzato “lo straordinario fine settimana concentrato su Lido con l’avvio del MGFF, il Festival degli Aquiloni, la Processione a mare della Madonna di Porto Salvo con gli eventi ad essa collegati. Ogni ragazzo oggi è cosciente dell’importanza della Marina per la sua città, rispetto ai tempi delle nostre generazioni in cui si veniva a mare ma poi centro e mare rimanevano separati fra loro. Oggi – ha continuato il primo cittadino – siamo impegnati a vincere la sfida della depurazione, del porto, dell’acqua, con la progettazione definitiva dell’area che da Giovino a Simeri Crichi deve rappresentare il volano di crescita urbanistica. Chiedo infine proprio agli autori di questo evento editoriale un suggerimento per il nome definitivo di questa zona (Marina di Catanzaro, Catanzaro Marina, Lido di Catanzaro, Catanzaro Lido o altri toponimi)».
Presente anche Mancuso
Presente anche il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso (Lega) il quale, dopo aver rintuzzato il primo cittadino sul tema delle decisioni condivise («devono esserlo sempre, non solo quando conviene ad una delle parti»), ha detto che «fino agli anni ’80 gli abitanti del centro scendevano con pullman e littorina a Marina. Poi il boom delle seconde case li ha fatti spostare verso Copanello, Pietragrande fino a Soverato dove hanno fatto vacanza anche gli stessi amministratori. Purtroppo ancora oggi 5/600 posti letto nel quartiere non possono fare di Catanzaro una città di mare».
La storia della Marina nelle parole di Furriolo
«Il libro – ha detto il suo autore principale Furriolo – è in lavorazione da tanti anni. Parte dal periodo pre magno-greco fino alle prime notizie del villaggio Marina, risale nei secoli fino ai periodi più recenti. Mi sono stati fondamentali 3 altri lavori: quelli del professor Francesco Tigani Sava, dello studioso Angelo Di Lieto e dell’archeologo della fotografia Franco Riga. La storia della Marina viene ripercorsa con tutti suoi principali snodi: il progetto per la strada verso Crotone (fine ottocento), gli stabilimenti balneari (primo novecento), la costruzione ed ampliamento della stazione ferroviaria (ottocento); ed ancora il sistema difensivo costiero, il devastante sisma del 1783, il decennio francese, i bombardamenti del secondo conflitto mondiale ed il periodo dell’unictà d’Italia con le numerose attività industriali fino ai fatti più recenti. Ma la peculiarità più faticosa è stata quella di inserire le notizie su Marina date da viaggiatori, letterati e narratori che ne hanno fatto riferimento».
L'apporto di Virone
Traduttore di tantissimi autori riportati nell’opera è l’ingegnere Fernando Virone il quale ha evidenziato «l’importanza di scrivere una storia organica del territorio in generale e non sulla località in se stessa. È un quartiere che sconta la maledizione del toponimo – ha aggiunto – e che per qualcuno, nonostante le premesse ferroviarie e stradali, non avrebbe avuto un futuro. Un vero peccato la distruzione degli inglesi che rasero Marina al suolo proprio nel momento di decollo. A questo proposito mi piace ricordare la figura di Oreste Nalini cui dovremmo dedicare ben altro che un quadrivio ormai disarticolato».