VIDEO | A fare da cerimoniere il giovane Tommaso Greco, terza generazione di una famiglia che ha dedicato il suo core business ai prodotti della terra e a quello che rimane della grande eredità dei popoli dell'antica Grecia
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È stata una vera e propria festa al “dio Bacco” quella che si è tenuta stamani nelle cantine IGreco di Cariati per l'evento della sboccatura delle botti del pregiato cuveè millesimato prodotto dai vitigni che crescono sulle pendici ioniche della Sila Greca.
Appassionati, curiosi e anche turisti giapponesi sono giunti nella grande azienda che si affaccia sullo Jonio blu, a ridosso delle otto torri cariatesi, per assistere a uno dei tipici momenti di una tradizione che si perde nella memoria dell'antica Grecia.
Maestro di cerimonia e padrone di casa, questa volta, è stato Tommaso Greco, giovane rampollo della terza generazione di quella famiglia che ha saputo coniugare i prodotti autoctoni della Magna Grecia con l’indiscussa capacità di promuoverli e portarli sulle migliori tavole del mondo.
«Da undici anni ci ritroviamo qui per questo rito»
È soddisfatto il giovane Tommaso, nipote dell’altro Tommaso Greco che circa 50 anni fa avviò quella che oggi è una delle più prestigiose aziende agricole proprio in quel lembo di terra che si chiude tra Cariati e l’altopiano silano. «Questo è l’undicesimo anno che, qui in azienda, si ripete la cerimonia della sboccatura dove il vino fermentato e tenuto nelle botti è pronto ad entrare nella bottiglia e ad essere portato sulle nostre tavole». Un vero e proprio rito che con il tempo si è tramutato in una festa contadina ed oggi è diventato un momento di mondanità che attira appassionati, curiosi, amatori e anche turisti da ogni angolo della terra. «Qui abbiamo fatta nostra – continua il giovane Tommaso Greco – la tradizione che fu degli antichi coloni achei che conobbero quella che poi sarebbe diventata la grande Grecia proprio approdando per primi sulle coste poco distanti dalla nostra azienda. È un patrimonio di cultura e di sapori che noi non vogliamo perdere».