Sogna di fare il musicista Karol, piccolo talento di Squillace, nel Catanzarese, di soli 7 anni ma con le idee ben chiare e una storia che commuove. Il bambino è infatti venuto al mondo il 12 gennaio 2012 dopo una gravidanza a rischio, soffrendo la sua mamma di una grave forma di ipertensione arteriosa. E nessun farmaco avrebbe potuto sostituire quello che abitualmente prendeva, potenzialmente dannoso in gravidanza.

Ma la fede e la devozione per Papa Giovanni Paolo II di mamma Beatrice e papà Claudio, genitori di altre due ragazze più grandi, Roberta e Martina, è stata più forte.

«Secondo i pareri medici di tutte le aziende ospedaliere calabresi mia moglie avrebbe dovuto interrompere la gravidanza al terzo mese perché era a rischio la sua vita e quella del bambino che avrebbe anche potuto avere disagi dal punto di vista fisico e mentale. Ma lei voleva portare avanti la gravidanza, decise di continuare a prendere quel farmaco e, quasi per grazia ricevuta, durante i mesi successivi non successe  nulla – racconta il padre Claudio Panaia -. Da buoni credenti e soprattutto da persone che hanno sempre voluto bene al Santo Padre Giovanni Paolo II, abbiamo chiesto la sua intercessione e abbiamo detto “Giovanni Paolo, devi intervenire nella nostra vita, nella nostra famiglia. Se nascerà questo bambino e se sarà maschietto, lo chiameremo Karol”. E così è stato. Quando è venuto al mondo mio figlio è stata una grande festa per tutti. Ci è stato vicino tutto il paese, gli amici del gruppo di preghiera del rinnovamento dello Spirito Santo. E quando abbiamo riportato Karol a casa nella sua carrozzina, abbiamo trovato un’intera comunità ad attenderci per festeggiare insieme a noi».

La musica nella vita di Karol

Oggi con il suo organetto in mano Karol sembra voler celebrare con ogni nota la vita. E quando vede gli altri divertirsi con la sua musica, la sua reazione è di grande gioia: «Mi si rallegra il cuore» dice. Ma non è tutto perché questo bambino prodigio, allievo del maestro Ciccio Nucera, è in grado anche di suonare l’organetto dietro la schiena.

«Lo so fare soltanto io – dice orgoglioso il piccolo musicista – ho imparato da solo». Karol ha sempre avuto una grande passione per la musica etno-popolare calabrese, complice la crescente diffusione di questo genere nel suo paese, grazie a festival ed eventi che ogni anno animano le piazze squillacesi.

«Gli piace anche la lira – racconta il suo papà – e considerato che mio padre amava particolarmente la tarantella calabrese, per noi la sua passione è motivo di grande orgoglio. La mattina appena si sveglia inizia a suonare l’organetto. Noi lo incoraggiamo soprattutto perché vogliamo far capire a lui e ai suoi coetanei che riscoprire le nostre radici è un elemento importante per far vivere le tradizioni della nostra amata terra di Calabria».