Continua a riscuotere successo la prima mostra-museo in Italia interamente dedicata all’epica del viaggio più indagato e rappresentato della storia. “Odissea: un viaggio di Omero tra Calabria e Sicilia”. L’esposizione in corso nei locali della palazzina ex Stac in Piazza Matteotti a Catanzaro - promossa dalla Rete Museale Regionale con la direzione artistica di Sergio Basile - propone un percorso originale e inedito sul mito di Ulisse e il suo legame con la Calabria. L’evento, riferisce una nota stampa, sarà aperto al pubblico gratuitamente fino al 28 febbraio, ogni giorno dalle 17 alle 20.

Il viaggio di Ulisse

Ad impreziosire il percorso sono le straordinarie sculture in ferro dell’artista catanzarese Nuccio Loreti: l’imponente“Petrus”, ispirato al cavallo di Troia, l’aquila “Zeus”, la sirena, il guerriero acheo e il busto di Re Italo. Suggestive anche le opere e le riproduzioni di autentici capolavori a firma di alcuni noti maestri della scuola pittorica locale come Mastrofra, Concetta Rotundo ed Elisabetta Morello. E ancora i contributi di Pino Cerullo e degli artisti della Bottega d’Arte “Il Tornio” di  Squillace, di Rosella Costa e degli scultori della scuola toscana.

La tappa di Ulisse a Catanzaro

Il progetto della Rete museale regionale si ispira agli straordinari studi del professor Armin Wolf, lo scrittore e accademico tedesco che geolocalizzò il cammino dell’eroe omerico individuando nell’istmo di Catanzaro la rotta del suo ritorno in patria, e alle ricostruzioni proposte in “Calabria Mater Italiae” dall’autore catanzarese Giovanni Balletta.

Un allestimento tra storia, leggenda e tradizioni che offre al pubblico la possibilità di ammirare numerose sculture afferenti ai principali personaggi dell’Odissea, pannelli scenografici, mappe, cartografie, bassorilievi e vasi ornamentali in terracotta, elmi e armature tutti ispirati alla Magna Graecia.

«Questo evento vuole essere un omaggio alla Calabria e alla Sicilia – racconta Basile – all’insegna del magico connubio tra l’opera omerica e la gloriosa storia della Magna Graecia. Riportare alla luce le origini e le radici autentiche dei popoli che abitarono il bacino del Mediterraneo significa rilanciare una idea di crescita per il nostro territorio che non può prescindere dalla sua valorizzazione culturale e turistica».