«Ci vediamo a Cannes!». È una gioia incontenibile quella del giovane regista calabrese Matteo Russo alla notizia che il suo primo lungometraggio di documentario, Lux Santa, è stato selezionato per la prestigiosa rassegna Cannesdoc 2023, organizzata dal Marche du Film del Festival de Cannes.

«Credo di aver sempre sognato questo momento. Vi prego di non svegliarmi. Le spissule si alzano in cielo e volano verso la Francia».

La locandina del film in concorso al Cannes Doc

«Sarò onorato di avere la possibilità di mostrare le prime immagini ad un pubblico così esigente e appassionato di cinema, formato dai più importanti selezionatori dei Festival di Cinema internazionali, sales agent e distributori».

Lux Santa è stato scritto da Matteo Russo e Carlo Gallo e prodotto da Naffintusi Cinema And Audiovisual Artcon Rai Cinema e il sostegno della Calabria Film Commission.

Il suo «Ci vediamo a Cannes» pubblicato sul suo profilo Facebook, rivela tutta la gioia di Matteo e Carlo che ha un’importante storia nel teatro e nella cultura calabrese.

Lux Santa è stato girato a Crotone. In una nota del dicembre scorso di Calabria Film Commission, si leggeva: «Sono in corso in questi giorni, a Crotone, le riprese di “Santa Lucia” – “Lux Santa”, documentario diretto da Matteo Russo e prodotto della società cinematografica “Naffin Tu Si srl” di Orazio Guarino e Marco Santoro, con il sostegno della Fondazione Calabria Film Commission e in collaborazione con Rai Cinema».

«Al centro del film – si leggeva ancora nella nota una tradizione millenaria che trova origine nel culto di Hera Lacinia ai tempi della Magna Grecia e che si rinnova ancora oggi, ogni 13 dicembre, per celebrare la luce nel giorno dedicato a Santa Lucia. La troupe è impegnata nelle riprese a “Fondo Gesù”, un quartiere animato da una profonda voglia di riscatto, e dove, parallelamente a quanto accade in altri rioni della città, viene eretta una struttura totemico-piramidale, con legni di fortuna, che viene arsa nel giorno dedicato alla santa protettrice della vista«.

 L’idea degli autori - lo stesso regista e Carlo Gallo - è quella di preservare questa tradizione: il documentario nasce con questo intento e vede come protagonisti i ragazzi di Fondo Gesù, che danno ancora vita proprio a questa tradizione popolare, tra racconti, sogni, passioni, amicizie