VIDEO | Dopo avere sfiorato il primo posto come albero europeo dell’anno, fa incetta di visitatori ed è diventato il biglietto da visita per una comunità ricca anche di beni archeologici
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Con 78.210 voti il platano millenario di Curinga ha sfiorato la prima posizione per poco rischiando di diventare l’albero europeo dell’anno. Ma anche se non ha portato a casa l’oro, la competizione Tree of the year ha stravolto la vita della comunità mettendo “il gigante” sotto i riflettori e facendo diventare la cittadina meta turistica. Migliaia i visitatori a settimana, con un boom durante la gara e numeri importanti anche successivamente.
La leggenda
La leggenda vuole che questo platano, che al momento è il più vecchio e largo d’Italia, sia stato piantato dai monaci Basiliani che vivevano nel vicino Eremo di cui ancora restano, a poca distanza dal bosco che ospita l’albero, meravigliose rovine.
Una storia intrisa di leggenda e racconti tramandati per generazioni quella della pianta orientale. Di certo è che da secoli accompagna la vita di Curinga e che con la sua immensa ampiezza e “bocca” ha dato conforto a viandanti e pastori. Alto 31 metri e mezzo, ha sulle sue radici oltre mille primavere e ha un diametro di tre metri. Per lungo tempo è stato meta di curiosi sporadici e solitari, visitatori di nicchia che fino a qualche anno fa dovevano percorrere sentieri impervi e saturi di vegetazione ribelle per potere raggiungere il Gigante.
Migliaia di visitatori a settimana
Ma ora il platano sta diventando il volano per il rilancio di un’area che ha tanto da mostrare e da raccontare. Dopo il boom di visitatori che ha affiancato la competizione, l’albero millenario non è stato abbandonato, anzi. Migliaia sono coloro che vanno a Curinga per vederlo e fotografarlo, tanto che fino a poco tempo fa era stato necessario recintarlo per evitare che “osservatori” incauti o irrispettosi lo danneggiassero.
«Prima il platano è stato una meta per gli appassionati, per i cultori - spiega il consigliere delegato di Curinga Pasquale Ferraro - oggi è diventato una meta di massa perché si è scoperto un patrimonio che prima non si conosceva per la Calabria».
Le bellezze archeologiche di Curinga
Si pensa a costruire un futuro all’altezza del movimento che si sta creando, circuiti turistici, accoglienza, nel rispetto della natura. «Il nostro primo obiettivo – ci dice il sindaco Vincenzo Serrao - è tutelarlo, abbiamo una media di mille persone a settimane a visitarlo. Non dimentichiamo che Curinga ha anche bellezze archeologiche molto importanti. Al platano si affianca l’Eremo di Santa Elia e poi abbiamo le Terme Romane. L’obiettivo e farli rientrare in un circuito nazionale».