I lavoratori di cinema, teatro e non solo sono tra i più penalizzati. Per loro non ci sono date o prospettive di ripartenza e il governo ha messo in campo solo un bonus di 600 euro
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Tra le attività bloccate dal Coronavirus anche spettacoli, teatro, intrattenimento. Gli operatori del settore, circa 250 mila in Italia, sono fermi da due mesi e non sanno quando potranno riprendere a lavorare. Un settore da sempre fluido e poco stabile il loro, che ora però è senza un orizzonte. E i lavoratori potrebbero essere quelli più penalizzati dalle serrate legate al Covid-19, perché affinché si possa permettere la ricomposizione di un “pubblico” in senso classico potrebbe passare ancora molto tempo.
Abbiamo intervistato Gianluca Vetromilo, regista, attore teatrale e artista di strada. Una figura la sua trasversale, complice un talento tenace ed irriverente, ma l’imperversare del Coronavirus ha messo i lucchetti a tutte le attività che lo coinvolgevano e così da due mesi ha dovuto rinunciare a tutti i suoi impegni. Mesi caldi questi in cui avrebbe dovuto prendere parte a dieci tappe della tournée di Patres, spettacolo pluripremiato, che da anni porta in giro per l’Italia. Ma non solo.
Vetromilo, con la compagnia Mammut Teatro, era stato tra i nove artisti calabresi selezionati da Scena Verticale per il progetto triennale Europe Connection che avrebbe dovuto concludersi quest’anno. Un progetto internazionale, nato nel 2018, che si occupa di promuovere e diffondere la nuova drammaturgia europea, attraverso la messa in relazione con la produzione artistica regionale, coinvolgendo complessivamente nove drammaturghi stranieri e nove registi calabresi. Dopo la prima fase che ha visto l’artista impegnato in residenza in Portogallo con l’autrice Joana Bértholo, avrebbe dovuto esserci una seconda settimana di lavoro insieme alla drammaturga e agli altri attori coinvolti sulla messa in scena dello spettacolo in Italia, precisamente a Lamezia Terme. Saltati anche i laboratori teatrali e tutte le attività che lo vedevano coinvolto come artista di strada, perché gli eventi, dai festival, ai matrimoni, alle feste sono tutti in stand by.
«Rimani disarmato, sono momenti in cui non sai neanche con chi prendertela» spiega Vetromilo che nel frattempo ha dovuto dare fondo ai suoi risparmi: «Due mesi senza alcun aiuto, facendo solo riferimento a quello che avevo da parte». Il governo ha stanziato un bonus di 600 euro per i lavoratori dello spettacolo che avessero conseguito nello scorso anno almeno 30 giornate lavorative. «Io ancora non l’ho nemmeno ricevuto. La mia domanda risulta in attesa di esito - ci dice l’artista - Non sto vivendo bene tutto questo, non sono riuscito nemmeno a rendere produttivo questo tempo, mi sono bloccato. Non so quando riprenderemo e come riprenderemo. In questo momento il teatro è morto».
Contrario Vetromilo anche a modalità come lo streaming degli spettacoli o altre forme surrogate per evitare la presenza di “assembramenti”, ovvero di pubblico: «Il teatro è in quel momento, se non lo assapori dal vivo lo hai perso. Altre modalità possono essere giusto un buon passatempo in attesa che tutto rientri nella normalità, nulla di più». E così non resta che sperare che lentamente si torni ad una banale quotidianità quando gli assembramenti si chiamavano concerti, spettacoli, cinema, feste, cene, aperitivi.