VIDEO | La scrittrice e regista ospite a Cosenza della rassegna Aperinchiostro: «Rischio concreto anche in Italia. La Calabria? È una terra che mi scorre nelle vene»
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«Ho iniziato a scrivere Il mio posto è qui perché sentivo forte dentro di me la necessità di raccontare la storia di una donna che si ritrova, suo malgrado, ad essere una piccola eroina in un mondo che intorno a lei sta cambiando». Così Daniela Porto, autrice del romanzo pubblicato da Sperling & Kupfer, da cui è stato tratto il fortunato film co-diretto dalla stessa autrice insieme al compagno Cristiano Bortone, vincitore del Premio David Giovani.
Diamo gambe alla cultura
Produttrice e sceneggiatrice cinematografica, Daniela Porto è stata ospite a Cosenza dell’ultimo appuntamento di Aperinchiostro, la rassegna libraria promossa dall'Amministrazione comunale, ideata dalla consigliera delegata alla cultura Antonietta Cozza. Per l’occasione l’iniziativa si è spostata dalla sua sede naturale, il chiostro del Museo dei Brettii e degli Enotri, per essere ospitata in un locale del centro città, nell’ottica di trasformare la manifestazione in un ciclo di appuntamenti itineranti «per fare camminare i libri e dare gambe alla cultura». Protagonista del racconto, ambientato in Calabria subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, è una ragazza, Marta, ancora perfettamente calata nel suo tempo, che non si sogna neanche di mettere in discussione le convenzioni della sua comunità, un paesino sperduto del meridione: l’autorità dei suoi genitori, il potere maschile, i precetti della Chiesa. Ma un evento inaspettato, una gravidanza fuori dal matrimonio, stravolge la sua vita. L’amicizia con un altro outsider, l’organizzatore dei matrimoni locale e gay dichiarato, la spinge a riflettere sulle sue vere aspirazioni e i suoi diritti ad una vita piena ed appagante.
Una storia di emancipazione
Si tratta dunque di una storia di emancipazione femminile e di contrasto ai pregiudizi utile per una riflessione sul rischio che importanti conquiste nella sfera dei diritti politici, civili e sociali, possano essere rimesse in discussione da un rigurgito di patriarcato e di preconcetti di matrice razzista e omofoba, non così lontani dalle nostre latitudini: «Purtroppo la cronaca quotidiana rivela l’attualità di certe tematiche. Risale a poche settimane l’aggressione a Roma ai danni di una coppia omosessuale – dice la scrittrice al nostro network – Quindi non c’è bisogno di andare in paesi dove tradizionalmente vi sono limitazioni della libertà, anche in Italia e nell’occidente si rischia di compiere un arretramento. Penso agli Stati Uniti qualora Donald Trump dovesse tornare alla presidenza».
La Calabria mi scorre nelle vene
Marta, il personaggio raccontato da Daniela Porto, è la rappresentazione plastica di quel percorso che, passo dopo passo, ha portato le donne a prendere coscienza della propria condizione repressa: «Una persona che nel tempo è riuscita a riprendersi pienamente la sua vita. La Calabria? La mia famiglia è originaria di questi luoghi e anche se sono cresciuta a Roma me la sento nelle vene. La conosco, vi ho trascorso molti periodi di vacanza, mi sento a mio agio qui». Alla serata hanno partecipato Antonella Falco che ha curato l'edizione 2024 della rassegna Aperinchiostro, Tiziana Marchese e la regista Iole Brogno che ha letto alcuni brani del libro.