Magari non saranno state le dichiarazioni entusiastiche sul valore fondante del reperto rinvenuto a Cortale (Cz), rilasciate nei giorni scorsi, le stesse che avevano suscitato prima entusiasmo, poi curiosità ed infine più di una perplessità tra gli addetti ai lavori, compreso il monito severo da parte della senatrice pentastellata ed archeologa Margherita Corrado. Certo è che il betilo catanzarese non ha portato troppa fortuna al Soprintendente ai beni archeologici di Cosenza Mario Pagano, sospeso dal suo incarico per due settimane dalla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero Beni culturali, ambientali e turistici. Il direttore, Gino Famiglietti, ha avocato a se la delega. E sui motivi, si stanno interrogando in tanti.

 

Si ignorano i motivi 

Il soprintendente cosentino, aveva fatto parlare di sé in tutta la comunità scientifica nazionale ed internazionale di recente, annunciando il rinvenimento di un betilo con iscrizioni achee del VII secolo a.C, di importanza tale da far riscrivere pagine fondanti della storia antica: ovvero, con una presunta dedica ad Eracle, che si voleva più antica di ogni altro testo in alfabeto acheo finora trovato in Magna Grecia. Immediata la reazione di stupore e curiosità di pubblico generalista ed addetti ai lavori. E tra questi, la Corrado era stata quella che aveva stigmatizzato con più fermezza l’accaduto. L’archeologa, membro della Commissione cultura aveva «chiesto ufficialmente al Ministro Bonisoli di sollecitare alla Direzione generale competente gli accertamenti del caso e «mettere fine al più presto all'intollerabile chiacchiericcio»,  perché vedeva «messe a rischio la credibilità del Dicastero e la dignità della ricerca archeologica in Calabria».


La Corrado: non dipende da Cortale 

Alla notizia della sospensione, siamo tornati a chiedere lumi alla senatrice. «Ho saputo quasi in tempo reale della sospensione di due settimane che ha riguardato il Soprintendente Pagano – ha dichiarato -, ma non ho voluto approfondire più di tanto la cosa, per i trascorsi che ci riguardano, e per la querela che ha sporto nei miei confronti a seguito di una intervista rilasciata al programma Le Iene, in merito ai lavori dello Stadio di Crotone. Non è la prima volta che mi trovo a sottolineare fatti che hanno a che fare con la gestione di questo ufficio – ha quindi proseguito l’archeologa –. Da tempo vado lamentando diversi episodi che hanno riguardato la soprintendenza cosentina: ultima in ordine di tempo, la comunicazione relativa al rinvenimento di Cortale. Tuttavia, non credo che tale episodio sia alla base della sospensione, visto che per un addebito del genere il Mibact deve procedere prima con una ispezione, poi con la valutazione della documentazione, infine con un provvedimento. In questo caso, vista la vicinanza temporale dell’accaduto, sarebbero mancati i tempi tecnici».


La sospensione a pochi mesi dalla scadenza

«Questa sospensione, a pochi mesi dal termine naturale del Soprintendente, insediatosi l’11 luglio 2016 ed in scadenza il prossimo 10 luglio, nasce dunque da altro: «Ma non saprei dire cosa abbia determinato l’addebito - ha continuato -, se sia originato da mie precedenti dichiarazioni o altre faccende, magari squisitamente interne agli uffici». 

 

E le mura greche?

Infine, la Corrado, da noi già sentita nei giorni scorsi in merito alla questione del cantiere a ridosso delle mura greche di Vibo, approfitta per tornare anche sull’argomento. «Sto valutando le carte e analizzando la questione. Mi riservo pertanto, nei prossimi giorni, di intervenire con una nota stampa, alla quale affiderò le considerazioni in merito».