Cerimonia per la fine del restauro del monumento ai Caduti eseguito, coinvolgendo la popolazione e le scuole, con la supervisione dell'università di Reggio Calabria
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Prima una cerimonia con il taglio del nastro ai piedi del monumento che domina la piazza principale di San Ferdinando, poi, nella sala consiliare, l’illustrazione del significato tecnico insito nella fine dei lavori di restauro del bronzo che risale agli anni 20 del 900. Si è sviluppata in due momenti la festa per la restituzione alla comunità dell’opera d’arte realizzata da Francesco Jerace, il più grande artista calabrese vissuto a cavallo vissuto due secoli. A tagliare il nostro il sindaco Andrea Tripodi, insieme all’assessore regionale Tilde Minasi, al soprintendente del ministero per le province di Reggio e Vibo, Fabrizio Sudano, a Cesare Coda Nunziante, discendente della famiglia che ha dato i natali al sottotenente di Vascello Vito Nunziante, rappresentato nell’opera di Jerace.
All’incontro erano presenti anche Cristina Schiavone, funzionaria che ha seguito i lavori di restauro, Franco Prampolini, responsabile del laboratorio SuMMA - dipartimento PAU dell'Università di Reggio Calabria, Emanuele Ioppolo, esecutore del restauro, Pasquale Faenza, consulente storico artistico e organizzatore del “Cantiere Aperto” di restauro, promosso dal Comune, con la supervisione di Ferdinando Laruffa, responsabile dell’Area Tecnica.
Tra gli ospiti anche Francesco Morani, discendente del famoso scultore Francesco Jerace. Il restauro di San Ferdinando si è distinto per il numero di enti ed associazioni coinvolte, ma soprattutto per il diretto coinvolgimento dei cittadini grazie ai social media ed a una mirata comunicazione d’immagine curata da Stefano Mileto, suscitando l’encomio del soprintendente che ha parlato di un modello da replicare in occasione di altri restauri.
L’intervento è stato preceduto da approfondite indagini preliminari che hanno consentito di rilevare aspetti inediti del monumento, realizzato a partire dal 1920 ed installato a San Ferdinando solo nel 1926.
Il restauro ha così ridato vita ad un monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, poco noto del grande artista calabrese, conosciuto in modo approfondito anche grazie l’organizzazione di un cantiere aperto che ha visto coinvolti i ragazzi del servizio civile di San Ferdinando.
Il “cantiere aperto” di Restauro ha infatti puntato a valorizzare non soltanto l’opera di Jerace ma anche i monumenti principali di San Ferdinando, grazie al sostegno del Fai - delegazione della Locride e della Piana, dell'associazione Territorium, dei ragazzi del servizio civile che, attraverso visite guidate hanno accompagnato in questi mesi i fruitori del cantiere alla scoperta dell’opera.