Valentina, Alessandra e Manilo sono tre ragazzi che lavorano ormai da qualche anno all’interno del microbirrificio artigianale Solid Ale Beer, il cui nome racchiude lo spirito dell’attività nata per dare una concreta opportunità di lavoro a giovani con sindrome di down. Progettato sulla scia delle esperienze positive già concretizzate dall’Associazione Italiana Persone Down (Aipd) i ragazzi sono stati ormai assunti.

 

L’idea è nata da Luciano Ricci e appoggiata dall’amico Massimo Pisanelli che oggi, dopo 3 anni, produce cinque tipi di birre distribuite in tanti locali della provincia di Catanzaro. Sogno nel cassetto: aprire un pub insieme ai ragazzi che intanto sperimentano il contatto con il pubblico nel corso di piccoli eventi organizzati nei locali che servono la loro birra. 

 

«Mi piace tanto questo lavoro – ha raccontato Valentina Teodoro – perché il birrificio è importante per me: riempio le bottiglie di birra, inserisco il tappo e applico le etichette. Mi piace tanto perché è una esperienza bellissima che tengo nel cuore per sempre». Anche ad Alessandra Aulicino piace molto applicare le etichette ed inserire i tappi con l’apposito macchinario, ma si diverte molto anche a lavare le bottiglie e spillare la birra. Ma quanto è buona questa birra? «E’ buonissima», ha risposto Manilo Lanzo. «E’ una bevanda fresca che disseta e invito tutti a consumarla».  Un “happy hour”, organizzato nel bar “Bacco e Tabacco” del quartiere lido di Catanzaro, a cui hanno preso parte molti clienti del locale ed alcune famiglie dell’Associazione Italiana Persone Down, Aipd (foto di Stefano Lodari). 


«Il nostro sogno di realizzare un pub è in cantiere – ha detto Luciano Ricci – ma non è ancora possibile. Per il momento, stiamo facendo questa nuova esperienza “invadendo” i locali con i nostri ragazzi e le nostre birre».  «Non si tratta di una serata di beneficenza – ha spiegato Ricci - l’obiettivo deve essere quello di bere un’ottima birra e ci auguriamo che anche altri locali vorranno aderire a questa iniziativa».