Quando nel 1972 Stefano Mariottini segnalò che c’era qualcosa sul fondale, mentre si immergeva a largo di Riace, in Calabria, non immaginava che i carabinieri avrebbero tirato fuori dall’acqua due capolavori che avrebbero fatto la storia. Era il 16 agosto e i Bronzi di Riace sarebbero diventati nel mondo simbolo di bellezza e delle meraviglie della civiltà della Magna Grecia.

A 50 anni da quello storico ritrovamento c’è stata oggi a Roma la presentazione degli eventi che la Regione Calabria realizzerà nel corso dell’anno, e fino al 2023, per celebrare i suoi tesori, candidati a diventare patrimonio dell’Unesco.

Sono guerrieri, i Bronzi di Riace, avevano elmi, scudi e lance. Sono nudi, quindi erano figure divine o eroi.

Ma chi erano i guerrieri che oggi chiamiamo Statua A e Statua B? Eteocle e Polinice, i figli di Edipo parte dei Sette di Tebe, come sostiene Daniele Castrizio, docente dell’Università di Messina? Chi li ha scolpiti? Mirone, Fidia, Alcamene, Pitagora di Reggio? Nulla è certo. A 50 dal loro ritrovamento i Bronzi sono ancora pieni di mistero.

Quello che sappiamo è cosa devono diventare: il simbolo dell’Italia nel mondo, come ha suggerito il ministro della Cultura Dario Franceschini alla presentazione di Roma. «La Calabria ha un patrimonio straordinario da valorizzare e da riscoprire - ha detto Franceschini -. I Bronzi di Riace sono un tesoro unico al mondo e un’opportunità che va utilizzata fino in fondo non solo dalla Calabria, ma da tutta l’Italia. Non sono solo meravigliosi, hanno anche una grande storia da raccontare. È una sfida. In Italia stanno tornando i grandi numeri che avevamo prima del Covid e dobbiamo pensare a redistribuire i flussi turistici. Ci sono luoghi sovraffollati e altri meravigliosi che i turisti non conoscono. Il cinquantenario del ritrovamento dei Bronzi deve servire a questo: farli diventare il simbolo dell’Italia nel mondo, i turisti devono sapere che se non hanno visto i Bronzi non hanno visto l’Italia».

A Roma sono arrivati tutti gli esponenti delle istituzioni calabresi. «I Bronzi devono essere il veicolo che farà conoscere al Paese il resto delle bellezze della Calabria», ha detto il presidente della Regione Roberto Occhiuto. «La cultura deve essere un attrattore di sviluppo. La Calabria è conosciuta quasi solo per il mare, ma è piena di ricchezze che negli ultimi 50 anni le istituzioni non hanno saputo valorizzare. La Calabria ha tanti problemi, è una terra complessa, questo sarà per la regione un cambio di passo».

«Oggi è una bella giornata per Reggio Calabria», ha detto il sindaco Paolo Brunetti, che ha invitato i ministri a visitare la città per dare un segnale: «Siamo stati chiusi, ma non dobbiamo più nasconderci. Noi calabresi abbiamo finalmente voglia di farci scoprire».

La vicepresidente della Regione Giusi Princi ha presentato gli eventi che si svolgeranno in fino al 2023: un cubo con proiezioni video che girerà diverse città, una puntata speciale di Ossi di Seppia in prima serata su Rai3, un’esposizione virtuale sulla Magna Grecia, uno spazio immersivo digitale, un docufilm, murales a tema Magna Grecia, rappresentazioni teatrali.

Alla presentazione c’erano anche il presidente del Consiglio Regionale della Calabria Filippo Mancuso e il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria Carmelo Versace. «La Calabria ha bisogno di fare uno scatto in avanti - ha detto Mancuso - e questo può avvenire solo se le istituzioni lavoreranno in sinergia con gli enti locali». «Bisogna cambiare mentalità - ha ribadito Versace -. In questi 50 anni non si è stati capaci di valorizzare nulla. Ma se riparte la Calabria riparte tutto il Paese».