Lo scrittore calabrese domani a Palmi per la presentazione de "Il segno clinico di Alda". Gli scritti regalati all'autore dalla poetessa saranno mostrati al pubblico coperti da un velo nero in segno di protesta contro la famiglia
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Il pensiero ed il ricordo di Alda Merini passano dalla riscrittura di undici testi inediti che la poetessa ha composto durante il ricovero nel manicomio di Taranto, tra il 1985 e il 1986. E passano dalle mani di Michele Caccamo, che quei testi li ha rivisitati e rielaborati in chiave lirica per dare forma ad un’opera letteraria dal titolo "Il segno clinico di Alda", con al centro i fondamentali della ideologia poetica della Merini: la spiritualità, la religione, la povertà, il sesso.
Inediti che purtroppo, sebbene siano stati donati dalla poetessa all'autore, per un diniego da parte degli eredi non potranno essere esposti, così che lo scrittore calabrese ha deciso di presentarli comunque al pubblico coperti da un velo nero, in segno di ribellione e per rappresentare il lutto della poesia dinnanzi alla speculazione economica, annunciando anche l’intenzione di bruciarli perché «resi inutili dalla volontà degli eredi».
L’incontro di presentazione e di protesta si terrà a Palmi, domani, martedì 5, nella Casa della cultura alle ore 18,30 e vedrà la partecipazione del magistrato Antonio Salvati, ideatore del Festival Nazionale della Letteratura e del Diritto “Città di Palmi”, che dialogherà con l’autore, il quale non mancherà di entrare nel vivo del dialogo immaginifico con cui si conclude il libro, che rimanda al ricordo di un viaggio in macchina realmente avvenuto, durante il quale la Merini non parlò molto, se non della sua paura del buio.
La manifestazione, organizzata con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Palmi, vedrà le letture affidate a Wladimiro Maisano e Daniela D’Agostino.