Un anno fa, nei giorni che precedevano la Pasqua, un’immagine più di ogni altra ha attraversato il mondo intero, ed è passata alla storia. È entrata nelle nostre case, ci ha dato il senso e la misura di quanto stava accadendo.

Chiunque, di fronte al fotogramma di Papa Francesco in una Piazza San Pietro deserta, ancora oggi conserva vive le emozioni, e il fiato sospeso. Ogni gesto e ogni parola pronunciata dal Pontefice quel 27 marzo 2020 ci ha toccati profondamente. Ci ha descritti nella nostra interezza, ci ha fatto prendere coscienza della nostra vulnerabilità, ha capovolto la nostra scala di priorità e, soprattutto, ci ha ricondotto alla dimensione umana.

E proprio da lì, dalla metafora della barca con cui Papa Francesco ci ha così nitidamente tratteggiato, siamo partiti per raccontare questa Pasqua. Perché in questo lunghissimo anno abbiamo continuato a navigare, cercando sguardi complici e parole di speranza che potessero lenire la stanchezza a cui non potevamo sottrarci. Abbiamo visto l’altruismo sul volto segnato di chi si spendeva per gli altri, e continua a prendersene cura. E ci siamo meravigliati. Abbiamo conosciuto la fatica delle privazioni e desiderato così ardentemente la normalità in un modo che mai ci saremmo immaginati.

Abbiamo sperimentato quel “Nessuno si salva da solo” nelle parole e nei gesti rivolti ai bambini, per sollevarli dalle inquietudini, alleggerire la pesantezza al di qua dello schermo, abituarli a sorridere con gli occhi.

E abbiamo atteso la cura.

Ora, su quella stessa barca, nella calma che s’intravede, restiamo aggrappati alla scienza, alla sua importanza. Attraverso il vaccino, stiamo compiendo un atto etico, di profondo altruismo. Perché si può e si deve avere fede nella scienza, pur avendo fede in Dio.

È questo il messaggio di speranza, di ottimismo e di fiducia con cui su tv, social e web del network LaC , e sulle testate edite dalla società editoriale Diemmecom, abbiamo scelto di augurare a tutti voi Buona Pasqua.