Si è chiusa a Gerace, con un incontro dal titolo “La cultura come antidoto alla criminalità”, la mostra “Raffaello sul filo del telaio” inaugurata a maggio dello scorso anno all’interno del museo diocesano e dedicata al prezioso arazzo seicentesco Ananias et Saphira, raffigurante la morte di Anania e nato dai cartoni che Raffaello Sanzio preparò per le botteghe fiamminghe, le quali tradussero i disegni appunto in arazzo. 

«È stata una mostra molto apprezzata, con oltre 26 mila visitatori in neanche un anno e questo fa ben sperare - ha commentato Giacomo Oliva, direttore del Museo Diocesano di Gerace - Siamo fermamente convinti che la cultura, la conoscenza della propria storia e della propria identità culturale aiuti molto a modificare certe situazioni. Non possiamo quindi che dirci soddisfatti di quanto fatto».

L’incontro, che ha messo al centro della discussione l’importanza della cultura per contrastare la criminalità, dopo l’introduzione del direttore del museo Giacomo Oliva e i saluti dell’assessore alla Cultura del comune di Gerace Salvatore Galluzzo ha registrato gli interventi di Rita Parma Baudille per il comitato scientifico della mostra; di Stefano Archinà in rappresentanza della Commissione diocesana per l'attuazione delle linee guida “No ad ogni forma di mafie”; del procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri; del procuratore della Repubblica di Locri Giuseppe Casciaro; della presidente della Corte d’Appello di Salerno Iside Russo e del sottosegretario al Ministero dell’interno Wanda Ferro. A concludere l’evento è stato invece l’intervento di S.E. Mons. Francesco Oliva vescovo di Locri Gerace.

«Ancor prima di parlare di cultura bisogna parlare di istruzione - ha detto il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri - c’è un analfabetismo diffuso tra i giovani, non si investe più in istruzione ormai da decenni, io non faccio altro che leggere errori di grammatica. Bisogna che si prenda coscienza del fatto che stiamo diventando sempre di più marginali in Europa sul piano della competitività, anche culturale e dell’istruzione. La politica - ha aggiunto - prima di ogni altro deve decidere se investire in istruzione, pagando meglio gli insegnanti, facendo una scuola a tempo pieno, investendo in modo serio e risolutivo».

L’antico arazzo raffaellesco sarà esposto dal 27 maggio all’interno del carcere di Salerno per un progetto di inclusione che vedrà i detenuti fare da guida ai visitatori. 

«Serve una rivoluzione culturale che parta dai giovani e dalla cultura del bello, dalla preparazione, dal leggere, da tutti quelli che sono gli strumenti cardine per combattere la criminalità - ha commentato il sottosegretario al Ministero dell’interno Wanda Ferro - Rispetto alla detenzione ritengo debba esserci una possibilità importante di riabilitare chi fa un percorso detentivo e, per quanto ci riguarda, questo deve essere fatto attraverso strutture da terzo millennio».