Autore de “Il canto dei nuovi emigranti”, uno dei più spietati e ispirati inni civili, amico di Ungaretti, si tolse la vita a 40 anni, nel 1965. Il Comitato diretto da Giovanni Mazzei celebra la sua figura facendo conoscere anche ai giovani la sua opera
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Con Giovanni Mazzei, direttore artistico del Comitato Franco Costabile 100, parliamo del poeta calabrese Franco Costabile. Perché in questo anno sarà grande l’occasione per farlo conoscere e per approfondire le sue opere e la sua vita, che purtroppo chiuse drammaticamente.
Intanto sarà necessario spiegare a un giovane chi era Franco Costabile.
«È vero sono giovane, ma mi occupo di Franco Costabile ormai da un bel po' di tempo, anche quando molti lo avevano dimenticato e sono contento che in occasione del centenario se ne torni a parlare con vigore. Per capire chi fosse, o meglio chi sia Franco Costabile basterebbero le sue poesie: componimenti dall'attualità e dalla forza dirompenti, versi che ancor oggi, a distanza di tanti anni, recano in sé una denuncia urgentemente attuale».
Poesie che ci fanno capire quello che è stata la Calabria.
«Poesie che denunciano lo stato d'essere della Calabria dell'epoca: contadini sfruttati dai padroni, promesse mai mantenute da parte dei politici, donne abusate, i sogni irrealizzabili di chi ogni mattina deve spaccarsi la schiena in cambio di pochi spiccioli».
È necessario capire cosa è rimasto oggi della sua opera.
«Se pensiamo alle tematiche che ho elencato prima capiamo immediatamente che sono dinamiche ancora tremendamente presenti nella nostra quotidianità. Ecco la forza del messaggio costabiliano: una poesia che viaggia nel tempo per arrivare a noi, oggi nel 2024, ancora intatta nella sua forza di contronarrazione della modernità. Vi è oggi l'obbligo di riappropriarsi della figura di Franco Costabile. Sono sicuro che il Comitato darà una forte spinta a questa azione necessaria, tante associazioni da varie parti della Calabria e non solo si sono avvicinate a noi e ciò sarà importante per celebrare al meglio Franco Costabile».
Per i cento anni dalla nascita di Costabile è stato organizzato il 25 gennaio scorso a Lamezia, il primo evento della rassegna “… Con questo cuore troppo cantastorie”, con il titolo “La prima rosa bianca”.
«Gli eventi che vedranno la luce in quest'anno sotto la mia direzione artistica sono frutto di anni di studio e ricerche. Non mi limiterò ad offrire il riassunto di studi precedenti e in parte superati, ma offriremo nuovi contenuti emersi da poco. Nel primo evento, con lo storico Oscar Greco, abbiamo indagato quali fossero le condizioni della Calabria degli anni '20, una terra ancora provata dalle conseguenze post unitarie. Franco Costabile aveva molto a cuore la storia dei briganti calabresi, come è emerso dalla lettura di una rara lettera che il poeta spedì allo scrittore Elio Vittorini. Insieme al filosofo Raffaele Gaetano è stato approfondito il rapporto tra Costabile e Oreste Borrello, professore liceale e suo mentore. Abbiamo mostrato i libri che dopo la morte del poeta furono donati, su iniziativa del Borrello, al Liceo Classico frequentato dal Costabile, molti di questi con dediche dei loro autori e parliamo di scrittori del calibro di Ungaretti, Quasimodo, Berto e molti altri».
Parlare di Costabile significa scoprire la realtà calabrese degli anni '20-'40. Così come è importante capire quanto ha pesato il difficile rapporto con il papà in riferimento al componimento giovanile “Vana Attesa”.
«"Vana attesa" è un componimento sul quale molto ho insistito negli anni nei vari eventi che ho dedicato al Costabile, anche quando altri criticavano questa scelta, definendo non rilevante la poesia in questione. Ho dimostrato, invece, che non è così, che in "Vana attesa" ci sono i semi del profondo dolore che Franco Costabile provò durante tutta la vita a causa dell'abbandono paterno. Ciò è emerso anche nelle parole del professore Giancarlo Costabile dell'UniCal che ha subito compreso l'importanza del testo, ponendone in evidenza gli aspetti rilevanti. Riguardo al padre del poeta, durante il primo evento è stato da me letto un rarissimo articolo scritto da Raffello Brignetti con delle dichiarazioni del padre di Costabile».
Tra sue liriche più significative, Il canto dei nuovi emigranti, poesia che ha ottenuto il Premio letterario Frascati. Una composizione potente che ha tanto da dirci ancora oggi.
«Fu definito come uno dei più spietati e ispirati inni civili, fondamentalmente è il testamento spirituale di Costabile. Vi è una protesta vibrante in quelle parole, tutta la Calabria e le sue dinamiche sono racchiuse nel Canto: il dramma dell'emigrazione, la solitudine e le contraddizioni dell'emigrante, della terra che si è costretti ad abbandonare trova in quei versi una sublimazione assoluta. Basti pensare che Mario Giacomelli, il primo fotografo italiano ad esporre al Museo d'Arte Moderna di New York, decise di accettare l'incarico di effettuare fotografie in Calabria solo dopo la lettura del Canto dei Nuovi Emigranti di Costabile».
Francesco Costabile nacque in Calabria, a Lamezia Terme (già Sambiase) il 27 agosto del 1924. Ebbe uno stretto rapporto di amicizia con Giuseppe Ungaretti, suo professore di Letteratura Contemporanea. È considerato con Lorenzo Calogero uno dei massimi esponenti del neorealismo del dopoguerra.
«Al di là dei generi letterari la Calabria deve riappropriarsi delle figure dei propri intellettuali, di scrittori che vanno valorizzati non (o comunque non solamente) perché calabresi ma perché voci culturali capaci di affermarsi a pieno titolo nel panorama culturale nazionale. Ecco perché, nel caso di Costabile, stiamo ricostruendo i rapporti di amicizia che legavano il poeta di Sambiase ai massimi intellettuali italiani, egli infatti fu stimato da Caproni, Falqui, Bassani ecc.».
Costabile non fu solo poeta…
«Esattamente, fu anche giornalista, redattore di molti progetti culturali di grande importanza come l'Enciclopedia dello Spettacolo oppure una diffusissima antologia per le scuole medie».
Il 14 aprile del 1965, Costabile si tolse la vita. Ungaretti, profondamente colpito, scrive alcuni versi risentiti e toccanti: “Con questo cuore troppo cantastorie” / dicevi ponendo una rosa nel bicchiere / e la rosa s’è spenta a poco a poco / come il tuo cuore, si è spenta per cantare / una storia tragica per sempre.