Il recente upgrade del Large Hadron Collider (Lhc) durato tre anni ha visto anche l’utilizzo di componenti interamente progettati e sviluppati in Calabria
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Dopo circa tre anni di upgrade tecnologici, il Cern di Gineva ha riacceso i motori del Large Hadron Collider (Lhc), l’acceleratore di particelle più grande al mondo. Il potenziamento ha permesso di incrementare l’energia dei fasci di particelle e la luminosità nei punti di collisione, con l’obiettivo di ricreare e studiare con maggiore accuratezza i meccanismi di formazione dell’Universo negli istanti immediatamente successivi al Big Bang.
Un progetto ambizioso in cui - spiega l'ateneo con un comunicato - anche l’Università della Calabria ha avuto un suo ruolo. Nell’ambito dell’upgrade tecnologico dell’acceleratore, sono stati installati infatti sistemi altamente innovativi per la connessione meccanica di componenti core dell’acceleratore, interamente progettati e sviluppati all’Unical nell’ambito di un progetto di collaborazione pluriennale con il Cern. La collaborazione è nata nel 2014, il coordinatore scientifico del progetto è il professor Carmine Maletta del Dipartimento di Ingegneria meccanica, energetica e gestionale dell’Unical. Il programma - si fa rilevare - è stato avviato con un dottorato di ricerca svolto dal dottor Fabrizio Niccoli, attualmente ricercatore presso l’ateneo. I ricercatori Unical hanno sviluppato per il Large Hadron Collider del Cern un innovativo sistema di giunzioni meccaniche per sistemi di vuoto ultra alto, basati su materiali metallici intelligenti a memoria di forma: componenti in grado di modificare la propria forma e le proprie dimensioni tramite variazioni di temperatura di alcune decine di gradi.
Si tratta, in particolare, di sistemi di accoppiamento smontabili per giunzioni bi-metalliche (titanio-acciaio) in zone dell’acceleratore (dump windows) altamente radioattive. I sistemi smart sviluppati hanno permesso di sostituire - spiega l'Unical - le costose tecnologie di giunzione convenzionali basate su complesse saldature e brasature per applicazioni da vuoto, non prive di forti limitazioni operative. L’utilizzo dei sistemi di connessione smart in tali zone permette di semplificare enormemente le fasi di montaggio e smontaggio, nonché di ridurre in maniera significativa l’esposizione del personale durante le operazioni di manutenzione, grazie alla possibilità di attivazione e controllo da remoto. Inoltre, le particolari doti di leggerezza e compattezza rendono tali tecnologie estremamente utili non solo per applicazioni nel campo della fisica delle alte energie (acceleratori elettroni-positroni, generatori di luce di sincrotrone, etc.) ma anche nei moderni sistemi di medicina nucleare.
Nell’ambito del progetto nel 2019 è nata la startup innovativa 2smartest, riconosciuta come spin-off Unical e formalmente supportata dal Cern, con la missione di valorizzare i risultati tecnologici e le competenze maturate all’interno del programma di collaborazione Unical-Cern.
La startup 2smartest si pone l’obiettivo di “traghettare” il capitale di conoscenze sviluppate in ambito ricerca e sviluppo verso la produzione e le applicazioni industriali. Ad oggi, 2smartest è fornitore ufficiale e unico del Cern per le tecnologie di connessione smart sviluppate.