Sebastiano Erbi non ha mai preso il programmato volo di ritorno: è rimasto a Copenaghen, è partito dal basso e oggi ha un lavoro che lo gratifica e una splendida famiglia
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«Avevo fatto un biglietto di andata/ritorno da Reggio Calabria a Copenaghen. Ma quel tagliando per il rientro non l’ho mai utilizzato ed oggi la mia vita è totalmente cambiata. È una vita da sogno!».
Sebastiano Erbi è un giovane reggino di 38 anni. Cinque anni fa, «stanco di elemosinare sempre» ciò che merita, decide di cambiare vita. Ha in mano la carta d’imbarco che, dalla punta dello Stivale, lo condurrà sino alla capitale danese. Come molti, pensa ad un viaggio destinato a durare solo breve tempo. Saluta familiari ed amici con la promessa di rivedersi presto e sale a bordo di un aereo che gli fa sembrare lo Stretto sempre più piccolo. Sebastiano non è uno di quei giovani a cui manca la volontà. Studia, s’informa, si applica. Ottiene importanti titoli di studio ed ha tutte le carte in regola per poter aspirare ad una professione in linea con le sue aspettative.
Tuttavia, qualcosa a Reggio Calabria va storto: Seby, come lo chiamano i suoi amici, si ritrova smarrito come moltissimi altri coetanei, figli degli anni ’80. Da giovanissimo culla i sogni sull’onda di un benessere che, presto, lascia il passo alla realtà. Trovare un lavoro “vero”, che sia retribuito in maniera corretta appare quasi un miraggio. Seby appartiene ad una generazione tradita da una Italia che non sa più trattenere i suoi figli migliori ed ancor più da un Sud che si lascia ammirare per le sue ineguagliabili bellezze, ma che si fa maledire ogni giorno per quelle contraddizioni e mancanze che lo rendono invivibile.
Il 2 luglio del 2014 Sebastiano raggiunge Copenaghen. E, a distanza di cinque anni, affida ad un post su Facebook i suoi ricordi: «Oggi, di cinque anni fa, iniziava una nuova vita. E che vita! Ho iniziato nel modo più umile ad aprirmi la strada del successo. Da lavapiatti per qualche giorno, a banconista in una gelateria per qualche mese, a fare qualche giornata da manovale per installare condizionatori, a massaggiatore a domicilio». Sebastiano frequenta una scuola di lingua danese ed ottiene un primo risultato: diventa massaggiatore sportivo volontario per la federazione non udenti danese.
A distanza di otto mesi dal suo arrivo, anche la saudade è un lontano ricordo: «Incontro la donna della mia vita, con la quale inizio a scoprire di più il mondo nei tanti viaggi fatti insieme». L’equilibrio sentimentale infonde la giusta serenità per pensare a progetti più ambiziosi: «Dopo 15 mesi in questa terra inizio a pensare di iniziare una mia attività, come libero professionista e cosi nasce Massage og Behandling Klinik. Ma, prima di inaugurare, si apre una parentesi indimenticabile, un praticantato come commesso presso il supermercato Fakta. Fortunatamente il lavoro in proprio inizia a dare i suoi frutti, in più continuo la mia esperienza da volontario ricca di viaggi ed esperienze internazionali».
Dopo due anni di scuola, Sebastiano riesce a superare brillantemente l’esame ministeriale di lingua danese. C’è anche qualche delusione: «C’era una chance lavorativa in un club di calcio professionistico che, però, non va a buon fine». Arriva anche il primo attestato danese relativo ad un corso di agopuntura.
«Lo scorso anno – scrive Seby sul suo profilo facebook – la mia vita cambia radicalmente, arriva il momento del matrimonio e il sogno di avere presto una famiglia tutta nostra». È un uomo ormai maturo, quel giovane partito da Reggio Calabria: «Come in ogni situazione, c’è il periodo fantastico, ricco di felicità e gioia, alternato da quello meno felice e un po’ più complicato. Per esempio, da poco abbiamo allargato il nostro appartamento, unendolo a quello accanto e ce lo stiamo godendo».
La vita di Sebastiano continua a riservare sorprese: «Un mese fa ho iniziato una collaborazione con Wintecare, ho acquistato un loro macchinario con il quale lavorerò su atleti professionisti e di fama internazionale. Tra pochi giorni il primo evento: la Diamond Leage a Monaco e molto altro in arrivo». Sebastiano ringrazia con umiltà: «Grazie Danimarca per questa vita, grazie a mia moglie per sopportarmi e supportarmi. Grazie a tutti coloro che sono presenti nella mia vita da sogno!».