Marta Coccoluto, direttrice del parco archeologico di Baratti – Populonia, giornalista deIl Fatto Quotidiano, influencer ed esperta di moda, stili di vita, tendenze culturali, è stata tra le relatrici al salone TEDxLivorno per il #tedxlivornowomen in collegamento con il #TEDWomen di Palm Springs in California: un evento, per dirla con le sue stesse parole, «dedicato al potere delle donne di essere portatrici e fautrici del cambiamento». Nei giorni scorsi, era stata tra le ospiti più attese del convegno su archeologia e parchi pluriculturali, promosso a Vibo Valentia dal Gruppo Pubbliemme, a sostegno dell’Archeolclub cittadino e del progetto Croceneviera. A seguito di questa trasferta calabra, la giornalista toscana regala un’immagine dell’evento assolutamente inedita.


Racconto di Calabria

«Non so davvero da dove cominciare il racconto di questi giorni in Calabria - racconta -. Le sensazioni che persone e luoghi mi hanno lasciato addosso sono tante e diverse, ed è come se ancora dovessero ricomporsi. Potrei dirvi di avere dormito in un albergo a pochi passi dall’area sacra di Scrimbia, ninfa dei fiumi, un santuario alla sorgente del fiume Mesima dedicato a culti femminili, Demetra e Persefone. La madre e la figlia, la fecondità della Natura e il ciclo delle stagioni. E parlarvi del buon cibo che ho mangiato, nei tavoli all’aperto di un locale in un palazzo nobiliare per i pranzi e in un ristorante della guida Michelin per le cene».


Santi e dei

Forte il ricordo delle suggestioni arcaiche. «Ho passeggiato tra strade e viuzze - prosegue -; visitato chiese, laboratori artigiani, scoperto Santi e celebrazioni a metà tra religioso e pagano e visto - da fuori o tra l’erba - aree archeologiche di inestimabile valore, visitato un museo che da solo vale il viaggio. Ho ascoltato un brano al pianoforte in un salotto nobiliare d’altri tempi. E ho riso, riso tanto. Soprattutto ho conosciuto persone come Anna Rotella e Anna Murmura - da me ribattezzate con gratitudine “le Anne” - promotrici del convegno e “madri” dei progetti culturali del vibonese, il cui impegno nella cultura non è un lavoro, ma una vera militanza, civile e sociale».

 

I narratori e le storie

Giornate intense, a ragionare attorno ad un progetto tanto bello quanto impegnativo, il parco archeologico e naturalistico Croceneviera, insieme ad amici vecchi e nuovi, addetti ai lavori, appassionai. «Insieme a loro - racconta la giornalista - , ho ritrovato Francesco A. Cuteri, l’archeologo scalzo narratore di Calabria, con le sue storie di abbandono in Aspromonte, e conosciuto Carla del Mese di Circolo OcchiVerdi Legambiente Pontecagnano con i suoi orti urbani, diventati da 10 a 100 in una manciata di anni, Maurizio Simeone dell’Area marina protetta Parco sommerso di Gaiola con “La Poderosa”, la barca con cui ha iniziato la sua avventura di rigenerazione e tutela, Francesco Scelza del Parco Archeologico Paestum dove l’archeologia riscrive un nuovo rapporto con il pubblico e altri volti e storie - raccontati anche dalla giornalista Monica La Torre - che incarnano un Sud che rifiuta l’emarginazione e, come ha detto Cuteri, “chiede di essere proiettato nel futuro grazie alla #Cultura”».


Rimboccarsi le maniche

Eppure, quello intuito dalla Coccoluto non è un Sud remissivo. «Non è il Sud che chiede e aspetta. Si rimbocca le maniche, si sporca le mani, rischia e si espone, combatte, soffre, urla, si commuove. E non c’è niente di più potente dell’essere veri. Veri e vulnerabili. Vivi. Le sensazioni devono ancora ricomporsi, dicevo, ma inizio a credere che non riusciranno mai a trovare il giusto posto le une accanto alle altre, perché forse l’essenza di questo angolo di Calabria è proprio questa impossibilità. Come possono convivere un patrimonio archeologico straordinario e un’urbanistica folle e famelica che lo divora, lo azzanna, ne lascia brandelli ancora incredibilmente splendenti?»

 

La bellezza in abbandono

Infine, le considerazioni più accese. «Come possono convivere l’impegno civile e sociale - prosegue la Coccoluto - , l’amore e la cura del passato con gli incendi, l’abbandono dei rifiuti, lo sguardo distolto di alcune Istituzioni? (Non tutte, sindaci giovanissimi stanno facendo piccoli miracoli). Ho raccontato dell’esperienza di Parchi Val di Cornia, ma la Toscana da qui è una terra lontana, che si immagina essere perfetta e felice. E forse un pochino lo è se pensiamo alla lungimiranza con cui gli amministratori dei Comuni della Val di Cornia posero le basi per il Sistema dei Parchi dando vita alla Società Parchi, salvaguardando così migliaia di ettari di aree archeologiche e naturalistiche e gettando un seme per un futuro diverso. Con il cuore mi auguro che il modello Croceneviera trovi applicazione e che il progetto di parco archeologico e agro naturalistico del vibonese, oggi sulla carta, la sua realizzazione. Se lo merita Vibo Valentia. Se lo merita la Calabria. Se lo merita la Cultura».