Una passione, una voglia, una “gulìa” che si diffonde negli angoli dei borghi più belli della Calabria da Diamante a Santa Sofia d’Epiro, passando per Bianchi e San Giorgio Albanese. Litri di colore per facciate che diventano opere moderne che raccontano il passato: un anziano che mostra con orgoglio la sua foto di famiglia, una massaia che mescola l’impasto, l’abbraccio di un bambino.

La rassegna itinerante dedicata alla street art è frutto dell’impegno (gulìa) del collettivo Rublanum, nato a Rogliano nel 2012 che poi si è trasformato in un festival itinerante. 

che nel corso degli anni ha portato numerosi artisti italiani e internazionali a lavorare su opere murali che hanno colorato il paesaggio calabrese sposando appieno lo spirito dei luoghi.

Tra gli artisti che hanno lasciato la loro testimonianza creativa Alice Pasquini, Vesod, Tony Gallo, Kraser, Dimitris Taxis, Psiko, Massimo Sirelli, Helen Bur.

Lo scopo è recuperare aree poco valorizzate, aprirle al mondo, come tante finestre che offrono una vista da godere, far sì che le arti contemporanee riescano a rompere il diaframma di isolamento di certe comunità.

La prima tappa dell’estate ha visto coinvolto il comune di Santa Sofia D’Epiro, in provincia di Cosenza, uno dei paesi della comunità arbereshe calabrese la cui tradizione è stata lo spunto creativo per gli artisti.

Artez, in “Woman With Flowers” dipinto una ragazza mentre stringe tra le braccia un vaso di fiori tipici della regione, l’artista spagnolo Slim Safont ha scelto come soggetto un uomo anziano, che stringe tra le mani una vecchia foto del suo matrimonio, in cui lui e sua moglie sono vestiti con gli abiti della tradizione arbëreshë.

Ancora, Claudio Morne si è lasciato trasportare da una ballerina della comunità italo-albanese di Santa Sofia D’Epiro, laddove SteReal, in bilico sul surreale, ha scelto due figure senza volto con indosso la gonna.

Gulìa Urbana nelle prossime settimane farà tappa a Lamezia Terme, Belsito, Diamante, San Giorgio Albanese, Bianchi e altri ancora, con l’obiettivo di costruire dei musei open-air ad accesso gratuito, site-specific e community-specific, all’interno della rete dei diversi comuni coinvolti, percependo e rispettando lo “spirito dei luoghi” e della comunità che della cretività sono lo spirito più vivo.