«Non può che farmi piacere leggere i tanti messaggi di queste ore: ex allievi, studenti, persone che hanno assistito ai suoi incontri o hanno letto i suoi libri e che ci hanno fatto sentire tutta la loro vicinanza. Non posso che unirmi a questo movimento per ricordare la figura del professore, di Nuccio». Rosalia Broccolo, compagna del professore Ordine, non è persona che si espone: sempre al fianco del professore, nei suoi viaggi e nei suoi impegni istituzionali, presenza discreta ma costante di un uomo dal carisma enorme e dalla fama immensa.

Ci risponde al telefono e non nasconde la sua emozione per i tanti messaggi ricevuti e pubblicati sui social dopo il nostro articolo: «In questi mesi in tanti, in realtà, ci hanno chiesto come mai non si fosse fatto nulla per ricordare il professore. Abbiamo alzato le spalle e abbiamo atteso: ancora, però, nulla si è mosso».

Che idea si è fatta di questo silenzio?
«Spero che queste dimenticanze delle istituzioni siano dovute solo a questioni organizzative, di tempo, e che prima o poi venga ricordato come si vede nella nostra terra. Il Comune di Cosenza, ad esempio, ci ha contattato nei mesi scorsi per comunicarci che avrebbe intitolato uno spazio a Nuccio (la rotatoria all’ingresso del Ponte di Calatrava, ndr), prima tramite la delegata Antonietta Cozza e poi con una dichiarazione pubblica del sindaco di Cosenza, Caruso, che in occasione della giornata di studi al Telesio ha pubblicamente annunciato questa intenzione. Ci ha fatto molto piacere…».

Silenzio, invece, dall’Università e dalla Regione.
«Nulla, a parte una giornata di studi organizzata da Maria Cristina Figorilli a maggio. Silenzio totale da parte dell’Università della Calabria, ancor di più dal suo dipartimento, il Dipartimento di Studi Umanistici. E dire che lui ha scelto di restare in Calabria, ha scelto di restare in questa università e in quel dipartimento nonostante avesse offerte certamente vantaggiose e prestigiose: per lui era qualcosa di più, era una scelta di vita, perché aveva avuto la possibilità di studiare qui e lo ricordava sempre, lo studio era la possibilità per affrancarsi e non perdeva occasione per sottolinearlo».

Che spiegazione vi siete dati a questo silenzio?
«Nessuna, in realtà: il rettore tra l’altro è suo compaesano, sono cresciuti davvero nello stesso ambiente, con vissuti simili. Il suo dipartimento è stato totalmente in silenzio. Anche in occasione dell’inaugurazione della Biblioteca a San Mango d’Aquino a suo nome, l’assessore alla cultura pur invitata ha inteso di non partecipare, ha mandato un funzionario».

Eppure nelle ore immediatamente successive alla sua morte non erano mancati i messaggi di cordoglio.
«Migliaia. Comunicati di cordoglio, note, messaggi, poi tutto però è caduto nel dimenticatoio. Sappiamo ci sono tempi tecnici, burocrazia, speriamo che l’unica spiegazione possa essere questa. Sicuramente c’è poca attenzione alla cultura ed alle politiche culturali, ancor di più per la figura di Nuccio Ordine: lui si è spero tanto per la Calabria, ha voluto lavorare qui per scelta ma non è stato certamente riconosciuto per quello che era, per ciò che ha fatto, per la sua grandezza».

I suoi studenti, i tanti che in queste ore stanno commentando sotto i nostri post, però non l’hanno dimenticato.
«Tutto questo affetto ci ha fatto ancora una volta di più enormemente piacere: questo è un affetto che non ha confini, noi riceviamo continuamente messaggi da tutto il mondo. Io in Spagna sono rimasta folgorata, è lì che ho capito la sua importanza, la sua grandezza: chiedevano addirittura gli autografi a noi, alla sua famiglia, è stato bellissimo capire quanto fossero tenuti in considerazione, la sua importanza».

Anche perché, nel resto del mondo, sono state tante le iniziative in suo ricordo.
«Certamente. In Grecia a novembre ci sono stati degli incontri in suo onore, poi diverse iniziative in Spagna, nell’università di Madrid e in altri atenei, in America Latina, Costarica: sono tantissime le iniziative in suo onore. Per questo, ancora di più ci ha fatto piacere che quest’articolo abbia portato una nuova ondata di affetto, risvegliando quel sentire comune che a noi è stato spesso manifestato sul perché nulla si sia fatto».

Cosa farete adesso, avete già delle attività previste?
«Intanto stiamo attendendo, c’è l’intenzione di valorizzare la sua opera, i suoi scritti. C’è inoltre la sua biblioteca, che è un patrimonio di tutti che abbiamo l’intenzione di rendere disponibile e valorizzare: è un patrimonio di alto valore culturale che vorremmo condividere proprio come lui ha sempre voluto e creduto. Regalava libri ai suoi studenti in continuazione, tenere la sua libreria chiusa e inutilizzabile sarebbe proprio contro tutto quello che ha sempre detto. Ha fatto tanto per questo territorio, basti pensare al Centro Studi Telesiani Bruniani e Campanelliani, che tra l’altro nei prossimi mesi dovrà affrontare dei lavori di ristrutturazione. Vediamo, noi siamo qui e continueremo a lavorare per ricordarlo come merita».