Il segretario regionale del Ministero Salvatore Patamia in una nota ha illustrato punto per punto le attività svolte dalla chiusura della fortezza crotonese a oggi
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Sulla chiusura del castello di Carlo V di Crotone è intervenuta con una nota il Segretariato Regionale Mibact per la Calabria, anche per rendere partecipe la città di Crotone sullo stato dell’arte relativa alla di bonifica e alla successiva restituzione alla fruizione pubblica. Come è noto, a seguito della segnalazione da parte della senatrice pentastellata Margherita Corrado riguardo la presenza di materiali potenzialmente dannosi per la salute dei visitatori e dei lavoratori della fortezza, il sindaco Ugo Pugliese ha immediatamente richiesto una consulenza all’Arpacal per accertare quanto segnalato in relazione alla “presenza di materiali di colore grigio-celeste con forti analogie visive con la fosforite, minerale nocivo poiché contenente Uranio 238”.
Il 4 aprile scorso, in base alle misure radiometriche campali effettuate dalla stessa Arpacal, nell’area interna del castello sono stati registrati valori anomali di radioattività ambientale (hot spot) derivanti dalla presenza di metasilicati contenenti Ternorm. Di conseguenza, con apposita ordinanza sindacale, la fortezza è stata chiusa. Il Prefetto, inoltre, ha opportunamente reso noto con nota che il dipartimento Arpacal di Catanzaro aveva predisposto una sorta di linea guida recante “L’approccio metodologico – proposta di gestione di siti potenzialmente contaminati da Tenorm al di fuori dell’area perimetrale Sin” nella quale venivano indicate le procedure per la bonifica dei siti contaminati.
La suddetta procedura, piuttosto complessa, prevede una serie di passaggi obbligati che consistono in una fase preliminare dove si nomina un esperto qualificato in radio protezione; l’esperto qualificato redige il documento di valutazione di dose per i lavoratori e per la popolazione per la fase di carotaggio; il Datore di lavoro comunica il Documento Valutazione Rischio Radioprotezione agli enti preposti e alla Prefettura; il datore di lavoro informa gli enti preposti e la Prefettura in merito a: inizio attività, eventuali rifiuti prodotti, tipologia e smaltimento degli stessi. Al termine di queste operazioni, è prevista una seconda fase dove il datore di lavoro propone alla Commissione Tecnica il Progetto di messa in sicurezza provvisoria o permanente e il Progetto di bonifica del sito. Vista la complessità della questione, il Segretariato Regionale ha avocato a sé la procedura e, lo scorso 23 aprile, si è svolta la prima riunione operativa nella sede Arpacal di Crotone ove la stessa Agenzia ha offerto decisivi suggerimenti in merito alla gestione della problematica. Successivamente, il 2 maggio il Segretariato Regionale ha immediatamente dato impulso alle iniziative da intraprendere per avviare le necessarie attività di bonifica del sito. In particolare, è stata convocata una riunione con i funzionari e dirigenti Arpacal per individuare le direttive da seguire per la bonifica, e al contempo ha avviato le procedure amministrative per il conferimento di incarico a un esperto qualificato di secondo grado in radioprotezione. L’area del castello, inoltre, è stata visitata da un Ispettore Ministeriale, inviato a Crotone al fine di verificare in sito la problematica in atto in data 8 maggio.
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Il 15 giugno è stato incaricato un esperto qualificato in radio protezione per redigere la documentazione tecnico scientifica necessaria alla bonifica. Lo stesso professionista, dopo un apposito sopralluogo alla fortezza, ha constatato con propria strumentazione quanto già accertato da Arpacal e, con documenti in mano, ha allegato uno specifico piano di indagine che prevede l’estrazione di 30 carotaggi (diametro di circa 85/100 mm e profondità pari a circa 2,50 su una superficie totale di 4.200 mq) per poi procedere, previa caratterizzazione ambientale, alla redazione del progetto di bonifica. L'esperto ha rilevato nell’area circoscritta, di circa 4.200 mq, valori di ratei di dose pari a 400 nGy/H, superiori di circa quattro volte di quelli del fondo radioattivo ambientale che nella città di Crotone è di 96 – 100 nGy/h. Le carote estratte verranno successivamente analizzate dal punto di vista chimico e radiologico al fine di potere stabilire le modalità di risanamento del sito.
Trattandosi di area sottoposta a tutela monumentale, il 20 luglio è stata inviata alla Soprintendenza competente la richiesta di autorizzazione ad effettuare le indagini ambientali (carotaggi) come sopra descritte. Dal risultato di tali indagini scaturirà un progetto di bonifica corredato da una perizia di spesa che sarà oggetto di gara d’appalto. Il Progetto, la perizia di spesa e quindi la quantificazione dei costi, dipenderanno dalla profondità e dalla consistenza del materiale inquinato e pertanto dalla quantità di terreno da asportare, trasportare a discarica ed infine smaltire.
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