Il 14enne, nato in Italia e residente a Sant'Eufemia d'Aspromonte, è tra i 29 giovanissimi Alfieri della Repubblica. La sua storia raccontata dalla madre
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Nato in Italia da genitori ucraini che hanno scelto la provincia di Reggio Calabria, e l'Aspromonte in particolare, per cercare una nuova vita. Un vero e proprio portento, capace di dare il meglio, qualunque attività decida di intraprendere: dallo sport alla cultura, passando per la musica. Roman Moryak, 14 anni, residente a Sant'Eufemia d'Aspromonte, è uno dei 29 giovanissimi Alfieri della Repubblica premiati oggi dal Presidente Sergio Mattarella.
La sua è una storia semplice, ma di grande impegno, raccontata all'Agi dalla madre. La famiglia vive da poco più di quindici anni in Italia. Ed è qui che Roman è nato. La scelta di Mattarella è stata comunicata martedì scorso con una telefonata: «Siamo stati molto felici per questa notizia - ha raccontato la madre - Roman riesce in tutto quello che sceglie di fare, e anche a scuola i professori dicono che è molto intelligente e quando inizia qualcosa riesce subito a essere il più bravo». La sua è una famiglia umile, che vive con grande dignità. Il padre è un operaio che si adatta a svolgere ogni lavoro, la madre una casalinga, poi c'è un fratello più piccolo che deve ancora compiere 6 anni. Roman, invece, frequenta la terza media con risultati ottimi e tante, riuscite passioni.
«Quando frequentava l'asilo ha iniziato a suonare il pianoforte - racconta la madre - e ha proseguito con ottimi risultati fino alla terza elementare. Adesso segue con successo i corsi di inglese e a maggio sosterrà l'esame per la qualifica B1. Contemporaneamente ha iniziato a suonare il sax, quindi gioca a scacchi riuscendo ad arrivare anche alle gare nazionali che si sono svolte in Sicilia».
Grande pure la passione per il calcio: anche lì Roman riesce a esprimere un grande talento, giocando nella squadra del centro del Reggino. Un "campioncino" di impegno e dedizione, dunque, scelto dal Presidente Mattarella proprio per questa sua grande capacità di integrarsi in un Paese che ha accolto la sua famiglia e che ora è diventato la sua terra.
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