Il March, Museo archeologico di Catanzaro, riapre i battenti con la mostra “L’illusione e il tempo” del fotografo e scultore bresciano Fabio Bix. L’evento espositivo, a cura di Chiara Candellone Sticca, è realizzato da 4Culture con il contributo della Regione Calabria (Pac 2007/2013) e con il patrocinio della Provincia di Catanzaro e dell’assessorato alla Cultura del Comune di Catanzaro.

Alcuni dei luoghi più iconici della città capoluogo fanno da sfondo ai caratteristici fazzoletti di carta di 15 centimetri, plasmati da Bix, che si trasformano in sculture urbane immortalate in una serie di scatti fotografici. L'artista ha scelto Catanzaro come tappa del suo originale progetto che ha già visto a confronto diverse realtà internazionali come Parigi, New York, Gerusalemme. La mostra potrà essere visitata dal 12 ottobre tutte le mattine, dalle 10 alle 13, eccetto il lunedì.

A presentare l’iniziativa alla stampa, l’assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro, Ivan Cardamone, che ha evidenziato la positiva sinergia messa in atto tra l’amministrazione e 4Culture per la gestione degli spazi museali e l’organizzazione di eventi in grado di contribuire alla crescita del territorio.

Simona Cristofaro, per la stessa 4Culture, ha ricordato le criticità che l’emergenza Covid ha causato a tutto il settore: «È stato difficile vedere i musei chiusi per un lungo periodo, ma con tenacia non ci siamo mai fermati. Con questa mostra vogliamo contribuire alla ripartenza di quello che è la più antica istituzione museale calabrese. Abbiamo pensato, perciò, ad una serie di iniziative collaterali come un percorso di trekking urbano e laboratori tattili per gli ipovedenti».

Fabio Bix è, poi, intervenuto in video ricordando la positiva esperienza vissuta a Catanzaro per una mostra più volte rinviata a causa della pandemia. A ricostruire il profilo e il lavoro dell’artista, è stata la curatrice Chiara Candellone Sticca: «L’illusione e il tempo sono le due parole chiave che caratterizzano la sua ricerca, riflettendo su tematiche come l’apparenza, la finzione e la verità e ripensando, in un istante, i luoghi della città destinati a rimanere impressi nella memoria».

A rendere immortale la magia delle statue, che vivono il tempo di uno scatto, c’è lo smartphone, strumento comune che porta a riflettere sulla potenzialità individuale di fare arte, ma ancora di più di spingersi a vedere oltre le cose, di riscoprire la storia e la magia dei luoghi abitati. La città di Catanzaro, vede, così, sorgere statue nei suoi posti più belli e conosciuti come la piazza del Cavatore, il Teatro Politeama, il Ponte Bisantis, il Parco internazionale della Scultura.

Alla realizzazione della mostra – ideata da Ilaria Sergi di Indoor contemporary – ha dato il suo contributo anche Andrea Perrotta, per Art Bit, che ha chiuso gli interventi con un messaggio significativo: «La sinergia con le istituzioni, nel corso degli ultimi anni, ha prodotto importanti frutti, ma ora la complessità e le urgenze del settore richiedono una organizzazione strategica e delle competenze fondamentali per mettere ordine ai contenitori culturali e dare certezze, nei bandi, ai privati su cui gravano adempimenti molto gravosi».