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«Un'emozione indescrivibile, come se il vescovo fosse Gesù, una cosa meravigliosa, Dio è amore». Luca è uno dei detenuti della casa circondariale di Castrovillari che sta scontando la sua pena. Arrestato per droga e condannato a 3 anni e mezzo di carcere, tra qualche mese tornerà finalmente in libertà.
E’ Giovedì Santo, lui, insieme ad altri detenuti, ha partecipato al rito del lavanda dei piedi. Ha la testa china mentre osserva il vescovo di Cassano monsignor Francesco Savino, versare una brocca di acqua sul suo piede. Quando si alza ha lo sguardo più sereno, come se quella funzione liturgica lo avesse purificato e "lavato" dai suoi peccati. Un abbraccio stretto con il vescovo e un "grazie" sussurrato a bassa voce, dopo poco torna velocemente al suo posto con gli occhi lucidi dall'emozione e stringendo tra le mani il suo rosario, ma questa volta sul viso compare un sorriso. Una giornata intensa e ricca di emozioni quella trascorsa insieme ai detenuti della casa circondariale.Il vescovo di Cassano, durante la celebrazione della messa in "Cena Domini", ha spiegato il momento in cui Gesù si inginocchia e lava i piedi ai suoi discepoli, un gesto concreto e scandaloso ma che dimostra ancora una volta il suo amore infinito e incondizionato verso l'altro.
«C'è futuro e speranza per tutti, anche per i peccatori- ribadisce il vescovo -. Non esiste una condanna definitiva. Ma è importante e necessario farsi guidare dall'amore, un sentimento puro che libera e che salva perché è l'unico ad essere in grado di superare qualsiasi ostacolo». Terminata l'omelia, Mons. Savino, insieme agli operatori della Caritas diocesana, offre i doni per la Santa Pasqua e invita i reclusi a seguire un importante percorso educativo per non ricadere negli stessi errori, perché «uno sbaglio è ammesso, due no».
Valentina Iannuzzi