L'artista conosciuto in tutto il mondo ha lasciato una grande eredità culturale che oggi verrà promossa e valorizzata da una fondazione
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Aperta al pubblico nei giorni scorsi la casa natale di Luigi Le Voci, maestro d'arte, pittore, arguto poeta e musicista. Nella storica “Oriolo Street” quello che viene definito l'ultimo bohemienne aveva trovato lo spazio in cui amava rifugiarsi e lavorare con lo sguardo fisso sulla città che più amava. Oggi quella abitazione, piccola, discreta che rispecchia però l'anima del maestro è diventata un museo per conoscere la sua figura, apprezzare le sue opere, ma che diventerà - grazie alla fondazione nascente che porterà il suo nome - spazio «aperto a tutti i cittadini ma anche a tutte le associazioni, studiosi, artisti che vogliano organizzare qualcosa che lo ricordi e valorizzi musica e poesia» spiega Francesco Fasanella, amministratore della fondazione.
La laurea appesa sul water
«Era definito l'ultimo bohemienne - racconta Ines Ferrante, operatrice culturale - perchè la sua vita, il suo essere sempre al disopra delle righe ci ha lasciato un insegnamento importantissimo, il valore del'arte al di la di tutto». Un uomo radicato nei suoi valori manche estroso nel suo modo di vivere. Nel bagno della sua casa natale aveva appeso sul wc la sua laurea. Sui muri della casa le foto della sua famiglia, disegni, schizzi, quadri, ma anche tanti cappelli che amava indossare, chitarre, violini e strumenti vari (a Castrovillari fondò la banda di S.Giuliano) che lo hanno accompagnato durante la sua vita.
La casa ora sarà fruibile su prenotazione e di domenica verranno organizzate visite guidate, come quella che in questo fine settimana ha visto protagonisti un gruppo di pugliesi. Tra le tante cose che la caratterizzano, anche il testamento in dialetto e in italiano che il maestro ci ha lasciato: «Quando muoio a chi piange dovete dire che sono partito: la gente è talmente abituata a vedermi partire che ci crede. Così senza fare soffrire nessuno la lascio questa terra dove ho visto amore, lacrime e guerra. Ai ragazzi direte: è partito il maestro ed essi risponderanno viva viva chi vive con estro!».
La fondazione
Dopo la sua morte la famiglia ha permesso la nascita di una fondazione che porterà il suo nome ed avrà lo scopo «di tutelare e valorizzare le opere del maestro» - ha chiarito Francesco Fasanella - ma sarà anche «aperta a chi vorrà promuovere ed organizzare manifestazione artistico culturali per promuovere turismo a castrovillari e provincia di cosenza. Questa - ha chiosato l'amministratore della fondazione - è il museo di Castrovillari e dei castrovillaresi».