«Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione». L’assunto mutuato da un capolavoro della commedia all’italiana (Amici miei Atto II) potrebbe calzare a pennello per una storia che, dal piccolo borgo di Civita ai piedi del Pollino, in pochi giorni ha fatto il giro del web, arrivando sulle prime pagine di testate nazionali come Corriere della sera, Fatto quotidiano, Libero, Huffington post, solo per citarne alcune. Stiamo parlando del “Venditore di nespole”, l’ormai celebre vecchietto che tra i vicoli del borgo cosentino aspetta, composto, acquirenti a cui proporre il raccolto di giornata.

«Faceva quasi tenerezza»

“La dignità del Sud”. Anche così l’hanno chiamata. Perché dignità ne esprime a iosa. E poi forza, fierezza, umiltà. Tutte caratteristiche balzate subito all’occhio di chi, quella foto, l’ha realizzata: Francesco Mangialavori, 38 anni, di Ricadi.
Profondo amante della sua terra e delle bellezze che la compongono, Francesco ama immortalare quelle suggestioni, gira la regione con la sua macchina fotografica in cerca degli scorci più mozzafiato. Una domenica arriva a Civita, il piccolo centro nel cuore del Pollino: «Ero con un amico che da tempo elogiava la bellezza del posto – spiega ai nostri microfoni -, non era un’escursione dedicata agli scatti. Durante un giro nel borgo ci imbattiamo in questo anziano che attira la nostra attenzione, faceva quasi tenerezza vederlo in attesa di qualcuno, paziente, con le cassette piene di nespole e la bilancia».

Dignità

Francesco avverte subito il palpito del momento, impossibile resistere, quella scena deve essere immortalata. Ma c’è un problema: «Non avevo la macchina fotografica con me – ci dice -, in genere non la porto quando sono con altre persone per non costringerle a fermarsi spesso. Però avevo il cellulare in mano e mi sono avvicinato mentre sistemava la frutta: ho notato subito il vicoletto che avrebbe potuto dare profondità all’immagine e stavo per scattare quando l’uomo si è appoggiato al muro. Al primo colpo è venuta fuori questa foto ma non immaginavo minimamente questo clamore».
L’immagine, infatti, resta memorizzata sul cellulare e, dopo qualche giorno, viene pubblicata sulla pagina Facebook da lui gestita, Calabria meravigliosa, e sul suo profilo privato con una semplice ma efficace didascalia: “La giacca, la camicia, la salita in paese dopo la campagna... La dignità di un uomo d'altri tempi”: «La prima parola che mi è venuta in mente vedendolo poggiato a quel muro antico è stata proprio “dignità”: un uomo d’altri tempi, composto, come se fosse uscito da un’altra epoca. Giacca e camicia, come si usava un tempo quando si andava al mercato magari indossando l’unico vestito buono».

Le critiche

Lo scatto parla da solo, diventa subito virale e raggiunge i media più importanti del Paese. E, come ogni elemento di ampia portata, non è esente neppure da critiche: qualcuno vede in quell’immagine un evasore che vende senza autorizzazioni. Troppo, secondo Francesco: «Mi sembra veramente assurdo, sono immagini talmente spontanee e genuine che non hanno bisogno di spiegazioni, suscitano solo ammirazione, eppure c’è chi è capace di vedere il lato negativo anche in questo».

«Le mie emozioni negli altri»

Voci fuori dal coro che non sono minimamente sufficienti a intaccare la gioia di Mangialavori: «Quello che mi ha più colpito sono state le centinaia di messaggi ricevuti, tutti dello stesso tenore, tutti che dicevano di aver rivisto in quell’immagine, oltre alla dignità del Sud, un proprio antenato: il nonno, lo zio, la persona che vendeva al paese, il vecchietto al mercato. Ma su tutto, ciò che più mi ha reso felice è aver riscontrato negli altri le emozioni provate in quel momento».

«Vorrei incontrarlo»

Potenza del web, si potrebbe dire. Quello stesso mezzo che gli ha permesso di classificarsi sul gradino più alto del podio alla prima edizione de “I tramonti di Ulisse”, il contest fotografico riservato agli scatti dei tramonti sullo Stromboli, e di diffondere le sue immagini, soprattutto paesaggi mozzafiato che la Calabria offre in abbondanza. Senza tralasciare la forza delle persone che incontra sulla sua strada: «Il signore non si è accorto di nulla mentre scattavo e noi non volevamo neppure disturbarlo, mi sembrava quasi irrispettoso interrompere quel bellissimo momento. Spero di poterlo incontrare un giorno, magari tramite un familiare, per ringraziarli, sperando che sia cosa gradita anche per loro». L’appello è lanciato, Francesco spera in una rapida risposta.