VIDEO E INTERVISTE| Dalla cittadella regionale l'impegno del governatore Mario Oliverio e del presidente della Regione Toscana Rossi di intraprendere un percorso comune per favorire l'accoglienza e l'integrazione partendo dalle esperienze di Mimmo Lucano e di don Massimo Biancalani
Tutti gli articoli di Cultura
PHOTO
«Sono contento di ospitare oggi in Cittadella il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, al quale mi lega amicizia, esperienza e militanza politica, il sindaco di Riace Mimmo Lucano e don Massimo Biancalani, protagonisti di un’esperienza d’integrazione che si sta tentato in tutti modi di soffocare». Con queste parole il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ha aperto l’incontro con i giornalisti, coordinata da Filippo Veltri, durante il quale i massimi rappresentanti di due regioni: Calabria e Toscana, il sindaco di un piccolo Comune calabrese come Riace e un parroco di Vicofaro, Pistoia, hanno raccontato le loro pratiche di accoglienza e integrazione.
L'esperienza di Riace e le parole di Lucano
Mimmo Lucano, dopo aver ripercorso le fasi della sua esperienza «nata spontaneamente, portata dal vento nel 1998 - ha detto – e soggetta ad aggressioni continue iniziate da prima che ci fosse in carica questo Governo nazionale. Aggressioni - ha specificato Lucano - che riguardano anche le Ong e chi è impegnato in soccorsi umanitari», ha ringraziato Oliverio «sempre in prima linea a condividere un’idea d’integrazione, Rossi venuto a Riace per capire cosa succedeva in un piccolo Comune rispetto ad un tema globale e Don Massimo sempre in trincea per aiutare gli ultimi. Ringrazio tutti voi – ha rimarcato - perché rappresentate un popolo che non si vuole arrendere, quel popolo che ha manifestato a Riace da tutt’Italia al momento del mio arresto. Oggi – ha proseguito Lucano – è una giornata importante che può aprire nuovi orizzonti. Due presidenti di Regione aprono la strada ad un modello di accoglienza in contrasto con quello che vuole chiudere le frontiere. Immagino che Riace nel bene e nel male ha un ruolo da pioniere su un tema mondiale come quello dell’emigrazione. Nel bene Riace può essere una straordinaria opportunità di un’idea di possibile riscatto e rinascita dei nostri territori; Riace contro il male che può nascere con la chiusura degli Sprar». Lucano ha poi espresso la necessità di finanziare, anche con fondi europei, la Legge regionale 18 del 2009 «che di fatto mette in pratica – ha evidenziato - quello che a Riace è nato in modo spontaneo. Oggi – ha concluso Mimmo Lucano - è una giornata davvero importante perché due Regioni, Calabria e Toscana, possono davvero aprire un orizzonte nuovo che porti verso una civiltà che mette al centro le persone, il rispetto della dignità e dei diritti umani».
L'impegno di don Biancalani, un "prete semplice"
«Sono emozionato e commosso a sentire ancora una volta le parole di Mimmo Lucano e ringrazio il presidente Oliverio per avermi dato questa opportunità». Ha esordito così don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro, che ha poi raccontato la sua storia di accoglienza, nata nel 2015 in seguito all’appello di Papa Francesco che chiedeva di ospitare nelle parrocchie una famiglia di immigrati, e poi finita, a causa di una foto con dei bambini immigrati che nuotavano in piscina, in guai non solo con la Questura ma anche con la Chiesa e con la destra religiosa. «Sono un prete semplice – ha dichiarato don Massimo - non ho mai pensato di dover raccontare pubblicamente il mio impegno nel sociale messo in atto anche con la comunità locale dei rom e con i senza fissa dimora. Ho sempre considerato le persone non clandestini ma portatori di diritti. Ed è da quando ho deciso di andare in questura a batteri i pugni ho cominciato ad essere preso di mira. La banalità della foto in piscina di un gruppo di ragazzini è passata come provocazione, andava a interrompere un luogo comune del migrante sporco e cattivo. Hanno tentato di togliermi la patente e l'insegnamento. Ho avuto anche un avviso di garanzia. Vogliono far passare nel paese una narrazione alternativa all'accoglienza.
«Una possibilità di ripartenza»
«Sento anch'io una possibilità di ripartenza che può venire da queste due esperienze diverse, di due presidenti di Regione che vivono gli stessi problemi e si ritrovano per dare un contributo che ci faccia risalire la china bloccando la messa all’indice di fatti che hanno aperto le porte ad una posizione razzista, sempre più incrementata mettendo in circolo l'idea che si possa essere invasi da persone che invece danno un contributo importante alla crescita del Paese». Queste le parole del Presidente Enrico Rossi, convinto del fatto che «tutto è iniziato con la messa al bando delle Ong e quando sulla gestione dell’immigrazione la responsabilità è stata affidata alle Prefetture escludendo gli Enti locali. Mi ha incuriosito l'esperienza di Riace - ha sostenuto Rossi - perchè anche noi abbiamo bisogno di rivitalizzare borghi ormai quasi spopolati. Ora, Calabria e Toscana, si scambino le esperienze. Accettiamo la sfida che Mimmo ci ha lanciato per essere due Regioni pioniere di questo percorso, partendo dal sentimento di umanità che sta nella Bibbia e nell’Odissea: prima di tutto ti si accoglie e poi ti si chiede chi sei. Perciò invito il Presidente Oliverio in Toscana e il sindaco Lucano a ripetere l’evento di oggi». Invito accettato dal presidente Oliverio che ha concluso l’incontro con la stampa, dichiarando che «si sta valutando la possibilità di sostenere la legge 18» e ricordando inoltre che la Calabria è al terzo posto in quanto a progetti Sprar: su 35 mila in Italia oltre 3 mila sono gli immigrati ospitati in Calabria e distribuiti in 130 piccoli comuni. «Chiuderli – ha denunciato con forza Oliverio - sarebbe lucida follia. E questa giornata è, invece, un'occasione importante, l'inizio di un percorso che deve seguire una bussola chiara, da far partire dal basso».
<iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/k64CjLeKhWs" frameborder="0" allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen></iframe>