Emigrata al Nord da piccola con la sua famiglia, nel 1981 rientra nel suo paese d'origine e apre il suo salone da parrucchiera. Qui inizia a innamorarsi del mondo dell'associazionismo, passione che la porta a impegnarsi in prima persona nella realizzazione della rassegna letteraria fin dalla prima edizione
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Dietro un grande evento culturale come il Premio Letterario Caccuri c’è un gruppo di cittadini del borgo, c’è l’Accademia dei Caccuriani, c’è un’intero paese. E c’è la mano di una donna! Sì, una donna che appare poco, che non ama mettersi in mostra, che lavora instancabilmente dietro le quinte per tutto l’anno. Ed è anche grazie a lei e agli altri volontari se tutto funziona e se tutto fila liscio. Sono figure importanti, di cui pochi si accorgono. Ma figure importanti. Si chiama Anna Calfa, ma non è stato facile farsi raccontare da lei il suo impegno. Non ama parlare e soprattutto non le piace farsi notare. È di Caccuri, e già dall’età di sei anni ha ben chiaro ciò che vuole fare da grande: la parrucchiera. Fino al 1973 vive e frequenta le scuole di Caccuri, per poi emigrare con la sua famiglia al Nord. La famiglia compra casa a Moncalieri (Torino). Il papà lavora nella Fiat e Anna dopo le scuole dell’obbligo, lavora come apprendista in un salone di parrucchiera. Frequenta una scuola del settore e si diploma.
Nel 1981, la famiglia e lei compresa che, non ha mai abbandonato il ricordo e l’amore per il suo paese, rientra a Caccuri. Anna apre il suo salone, con il permesso di un giudice che affida la tutela al padre, in quanto ancora minorenne. Porta avanti la sua attività per 16 anni, nel frattempo mette su famiglia e inizia ad innamorarsi del mondo dell’associazionismo e del sociale. Collabora alla realizzazione di alcune commedie. Nel 2005 insieme al compianto Savino Pasculli fa nascere l’associazione culturale G.T.M.C., con Anna vicepresidente e poi presidente fino al 2016. Successivamente fonda l’associazione Arte in gioco. La passione principale di Anna è il teatro dialettale, dalla stesura del copione alla rappresentazione.
La presenza di Anna Caifa al Premio letterario Caccuri è preziosa quanto discreta.
«Io e il Premio Letterario Caccuri ci incrociamo sin dalla prima edizione. Grazie alla passione che ho per il teatro, il presidente Adolfo Barone nel 2011 mi propone di organizzare una rassegna teatrale, dicendomi: “Anna, questo è il tuo momento, se vuoi coglierlo”. Io che amo le sfide non ci penso neppure un attimo e dico di sì».
Il rapporto di Anna con l’Accademia dei Caccuriani e soprattutto con il presidente Barone è fondamentale.
«Sicuramente la persona con cui mi interfaccio di più tutto l’anno, in merito al Premio è il presidente Barone, ma anche con Olimpio e Roberto, i vicepresidenti, ho un bellissimo rapporto di amicizia e ovviamente durante il periodo del premio il contatto è continuo. Anche perché nell’organizzazione di un evento di tale portata gli imprevisti ci sono sempre e quindi con l’aiuto di tutti, si cerca di risolverli».
Chi avrebbe mai immaginato per il Premio Caccuri un successo così straordinario?
«Devi sapere che io sono una sognatrice, ho sempre creduto che anche Caccuri ha le sue peculiarità per emergere, spesso mi ripetevo e mi ripeto ancora che sperare che le cose cambino non basta. Bisogna cercare di cambiarle le cose, e avere il coraggio di provarci. E non a caso adoro la frase legata a Peter Pan ‘Solo chi sogna può volare’».
Così Anna sin dal primo momento ha creduto che il Premio potesse funzionare.
«Sí, ci ho creduto ! Ricordo bene i sacrifici dei primi anni, il lavoro duro da parte dell’Accademia dei Caccuriani, ma anche da parte nostra, cioè dei collaboratori del luogo, poi vabbè, alcuni si sono persi strada facendo, ma chi come me è rimasto ha potuto vedere da vicino la meravigliosa crescita del Premio Caccuri e gioire insieme ai tre sognatori folli (Adolfo, Olimpio, Roberto)»x.
Anna vede lontano. Sogna spesso. Ma è anche una donna concreta. Magari aggiungerebbe qualcosa al Premio.
«Difficile dirlo! Il Premio è già tanto. Forse, egoisticamente parlando, darei un po' di visibilità in più al mondo del teatro dialettale amatoriale».
Anna ha molto a cuore il borgo di Caccuri, e tante sono le iniziative che porta avanti.
«Sicuramente quella di cui vado fiera è il Presepe rupestre, un’iniziativa che porto avanti da 26 anni e ti assicuro che alla base c’è stato tanto tanto lavoro. Ovviamente anche grazie a tutti quelli che negli anni si sono succeduti nel darmi una mano ma, resta sempre il fatto che alcuni si perdono strada facendo, fortunatamente…. io resto sempre!”»
E ci sono altre belle iniziative di successo.
«Altra iniziativa degna di nota, nata da una mie idea è la Festa del sambuco che si svolge la prima domenica di giugno ed è l’unica in Calabria. Poi vabbè, ci sono le installazioni nel centro storico, la grande panchina, l’angolo del bacio con un murales omaggiato dal maestro Giuseppe Caruso, il concorso dei presepi ecc.. ecc…»
I piccoli e grandi borghi soffrono di un incredibile spopolamento. I giovani scappano. Ma come si può fermare questa emorragia?
«Molto difficile da rispondere. Penso che per i nostri piccoli borghi l’unico sbocco sia il turismo. Si deve puntare alla promozione non solo dei monumenti che abbiamo, a Caccuri non solo il Castello che è il più gettonato tra i visitatori del borgo. A mio avviso, dovremmo promuovere quello che gli altri non hanno. E di cose che gli altri non hanno ce ne sono tante. Quindi i giovani, dovrebbero pensare ad investire in attività atte ad accogliere i turisti, supportati dagli enti preposti alla promozione, che non possono essere solo le associazioni».
Per i prossimi mesi Anna è già all’opera. Finito il premio tante sono le idee da concretizzare.
«Sì, a settembre, dopo l’apertura delle scuole, organizzeremo la Festa della sicurezza, coinvolgendo alcune figure dell’Arma, dell’ Ordine pubblico e naturalmente le scuole. Sempre a settembre accoglieremo 12 ragazzi turchi e 12 macedoni con un progetto ‘Erasmus+’ sul teatro improvvisato, trattando il tema del rapporto Alcol e Giovani. Sicuramente riproporremo il concorso dei presepi e poi ci sarà altro. Intanto pensiamo a quanto già previsto per l’estate».
Instancabile Anna, quasi invisibile eppure così presente, attiva. Sempre disponibile, ha fatto del suo impegno per la promozione turistica e culturale di Caccuri, una ragione di vita. Il suo è puro volontariato. Del resto il Premio Caccuri nasce e cresce grazie ai volontari dell’Accademia dei Caccuriani, grazie ai cittadini, alle associazioni, grazie ad esempio allo staff dei driver coordinati dagli ottimi Franco Amaniti e dalla stessa Anna Calfa che si mettono a disposizione dei numerosi e prestigiosi ospiti del premio letterario. Un lavoro corale. Un impegno straordinario che dura mesi. Un successo nazionale.