«Ho fiducia che le frizioni interne al governo non pregiudicheranno le chance che il Sud può giocarsi grazie al Recovery fund». L’ha detto il giornalista Pino Aprile ricevendo il premio Roubiklon per il suo impegno meridionalista. Il giornalista ha definito «un segnale positivo il vincolo della spesa di 70 miliardi posto dall’Unione europea», sottolineando il ruolo di proposta e controllo che sta avendo il ministro Giuseppe Provenzano.

«È stato calcolato – ha proseguito Aprile – che il numero delle aziende meridionali a rischio chiusura per via della pandenia è di gran lunga superiore rispetto a quello che riguarda le imprese settentrionali. Il criterio imposto dall’Ue che persegue un riequilibrio territoriale è corretto».
Un grido d’allarme e una speranza partiti da Lubrichi, una frazione di Santa Cristina d’Aspromonte, dove Aprile ha partecipato alla tre giorni di eventi culturali svoltisi in remoto, occasione anche per presentare la sua ultima fatica letteraria, Il Potere dei Vinti.
«Aprile – ha detto Rocco Polistena, presidente dell’associazione Rubiklon – è un continuatore del migliore meridionalismo italiano, dimostrandosi assai capace di imporre il tema nel dibattito nazionale grazie ad una saggistica dirompente e varia».

L’ultimo libro è infatti un romanzo, nuovo sprone per la mobilitazione politica e delle coscienze, che Aprile spiega con queste prole: «Il futuro è un parto dei dolore dei vinti, perché solo i vinti hanno capacità di elaborazione in grado di rovesciare i paradigmi classici, visto che l’obiettivo dei vincitori è solo quello di mantenere lo status quo».