A Corigliano-Rossano, nel centro storico in quella che fu la gloriosa sede del Thema Bizantino, i monumenti minori riprendono vita. Sono le “piccole cose” che quasi passano inosservate tra la magnificenza artistica dei sontuosi palazzi nobiliari che compongono la città alta, tra la sacralità delle chiese e degli oratori dei monaci basiliani, e all’ombra del Codex Purpureus Rossanensis, unico monumento calabrese ad avere il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità. Angoli, oggetti, manufatti che vivono ancora la loro quotidianità insieme a quella dei cittadini.

Partita in sordina, oggi “Rossano recupera” è realtà

Era partita qualche mese fa in sordina ma oggi l’operazione “Rossano Recupera”, l’iniziativa di azionariato popolare volta a riqualificare i monumenti storici di minore entità che pullulano nel centro storico rossanese, ha iniziato a muovere i suoi primi passi.

Primi interventi: “Mezza Canna” e “Fontana della Fertilità”

Sono partiti, infatti, i lavori di restyling della “Mezza Canna” di piazza del Commercio, un tempo usata come strumento di misura dai mercanti di tessuto, e della leggendaria “Fontana della fertilità”, proprio di fronte a quella che fu la casa natale di San Nilo da Rossano.

Prossimi nuovi interventi

E altri importanti interventi sono in programma nei prossimi mesi. A partire dalla riqualificazione della “fontana della Sirena” e quella dell’acqua “modda”, per finire alla “Colonna Infame” in alto alla quale venne esposta la testa del celebre Brigante Palma, e alla lapide commemorativa del terremoto che nella notte tra il 24 ed il 25 aprile del 1836 scosse e distrusse Rossano.

“Piccole cose” che riscoprono l’orgoglio dell’identità

“Piccole cose”, dicevamo, connaturate nella vita dei rossanesi (oggi corissanesi per via della fusione con Corigliano) o addirittura perse nella normalità dei giorni, che tornano a rivivere grazie al contributo economico e spontaneo della gente e grazie anche a quell’associazione denomina, appunto, “Rossano Recupera” che nove mesi fa si è cimentata in questa sfida. Piccole cose, insomma, che riscoprono l’orgoglio dell’identità