Sulla sponda calabrese dello Stretto approda il primo evento dedicato alla grande fotogiornalista siciliana Letizia Battaglia, riconosciuta come figura di spicco in ambito internazionale. Celebri i suoi coraggiosi scatti per l’Ora di Palermo negli anni della sanguinosa guerra di mafia degli anni Settanta e Ottanta e il suo sguardo spinto fino alle viscere della sua Palermo.

Un incontro di rara suggestione quello tra i suoi scatti e l’arena dello Stretto di Reggio Calabria. Fino al prossimo 2 febbraio, con accesso libero, con un allestimento a prova di vento e pioggia, su basamenti di cemento, lì si staglia la mostra "Senza Fine". In una sintesi di 50 anni di fotografia, ecco l’intensa narrazione per immagini di un’epoca che, con la stessa ostinazione di Letizia Battaglia (Palermo 1935 - 2022), ancora ha troppo da insegnare, da denunciare, da raccontare.

Tra le prime fotoreporter donne in Italia, per lei la fotografia fu un irrinunciabile strumento di emancipazione e di forte denuncia sociale.

Un omaggio alla città di Reggio del segretariato regionale per la Calabria del ministero della Cultura, l’esposizione è organizzata da Electa in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia, diretto dai nipoti Marta e Matteo Sollima, quest'ultimo presente all'inaugurazione, e con la Fondazione Falcone per le Arti.

La mostra, in cui palpitano la Palermo del popolo e quella della mafia e la vita in ogni sua sfaccettatura, è stata inaugurata alla presenza del prefetto di Reggio, Clara Vaccaro, del vicesindaco Paolo Brunetti, del curatore Paolo Falcone e della dirigente del Segretariato regionale per la Calabria del ministero della Cultura, Maria Mallemace.

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