VIDEO | L'attività di consulenza ha lo scopo di promuovere integrazione e autonomia in famiglia e a scuola. La responsabile Lavinia Garufi: «Servizio gratuito e itinerante in tutte le province calabresi. Significative le collaborazioni con gli istituti scolastici di Cosenza».
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«In Calabria, l'incidenza degli studenti con disabilità visive rispecchia il dato nazionale di poco più dell'1%. Si tratta di studenti che, grazie agli strumenti di tiflodidattica e di tifloinformatica, possono ricevere il giusto supporto per conseguire importanti risultati scolastici e anche universitari. L'importante è renderli protagonisti del percorso di apprendimento e parte attiva dell'esperienza scolastica che non si riduce al mero ascolto ma deve puntare alla valorizzazione, come per ogni studente o studentessa, del potenziale». Autonomia, integrazione educativa e inclusione scolastica, questi dunque gli obiettivi principali del centro regionale di consulenza Tiflodidattica, illustrati dalla responsabile Lavinia Garufi.
Servizio gratuito e itinerante
Il centro ha valenza regionale. Con sede al numero 12 di via Don Minzoni a Reggio Calabria, esso è collegato all'articolazione regionale dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (Uici). Espleta un servizio gratuito e itinerante, in tutte e cinque le province calabresi, a beneficio di bambine e bambini, adolescenti e adulti con disabilità visive, dunque con ipovisione, cecità e minorazioni plurime, e delle loro famiglie spesso sole e disorientate.
«Ci attiviamo su richiesta delle scuole, delle famiglie e delle Asp con l'obiettivo di creare una rete in Calabria. C'è ancora molto da fare e intanto facciamo tesoro delle esperienze virtuose registrate a Reggio Calabria e Cosenza, territori su cui si concentrano la maggior parte dei nostri interventi. Soprattutto nella città Bruzia c'è una significativa collaborazione con le scuole. Restiamo comunque a disposizione di tutto il territorio regionale per far crescere i livelli di sinergia in tutte le province calabresi», ha spiegato ancora la responsabile del centro Lavinia Garufi.
Supporto alle Famiglie, alle Scuole e agli Enti locali
L'attività del centro si declina attraverso l'affiancamento delle famiglie e la sensibilizzazione delle scuole per incentivare la formazione di tutti gli insegnanti, non solo quelli di sostegno, e l’adozione di adeguate strategie didattiche necessarie per mettere pienamente a frutto l’utilizzo degli appositi ausili. «Fondamentale è l'esperienza tattile, necessaria per una rappresentazione mentale, principio su cui si fondano i sussidi che noi consigliamo», ha evidenziato la tiflologa.
Anche in questo senso il centro espleta una preziosa attività di informazione alle Famiglie, alle Scuole e agli Enti locali.
«Le scuole possono chiedere un finanziamento attraverso la legge regionale sul Diritto allo Studio per dotarsi di materiale tiflodidattico come libri tattili, cartine a rilievo, cartine componibili, e le famiglie possono rivolgersi all'Asp oppure ricorrere al bonus di 130 euro da spendere per acquistare appunto materiale tiflodidattico, messo a disposizione dalla Federazione nazionale delle Istituzioni Pro ciechi di Roma. A livello regionale molte sono le famiglie che ne fruiscono», ha sottolineato la tiflologa Lavinia Garufi.
Il rilievo delle parole
Il centro funge anche da collegamento tra le scuole e la Biblioteca italiana per i Ciechi "Regina Margherita", che si occupa della trascrizione in Braille dei testi, attività assolutamente necessaria per consentire anche a chi ha una minorazione della vista di "leggere" e di conoscere e apprendere attraverso la lettura. Tale ruolo del centro è funzionale a garantire alla popolazione studentesca con disabilità visiva il diritto all'istruzione e dunque ai libri scolastici in braille o con caratteri ingranditi. «Per le prime e seconde classi della scuola primaria i libri sono offerti gratuitamente dalla Biblioteca italiana per i Ciechi di Monza, per le altre classi i libri devono essere garantiti da Comune, Province e Città Metropolitana, secondo le rispettive competenze. Presso il centro, inoltre, è possibile consultare i libri in braille. Noi li consigliamo anche. Ci sono delle guide per genitori e per docenti date pure in omaggio», ha spiegato ancora la responsabile del centro Lavinia Garufi.
La lettura e la scrittura
È tanto importante conseguire l’autonomia nella lettura quanto lo è farlo nella scrittura. «L’apprendimento del linguaggio braille deve avvenire fin da piccoli in modo giocoso e ludico, presentandolo come una storia di incontro tra puntini. Per quanto riguarda la scrittura, ci sono dei tutorial che favoriscono la memorizzazione della posizione dei tasti in modo da facilitare anche la scritture su una comune tastiera», ha sottolineato ancora la tiflologa Lavinia Garufi.
La tifloinformatica
Fondamentale oggi, tanto per l'inclusione scolastica tanto per quella sociale, è anche la strumentazione tifloinformatica. «Vengono particolarmente in aiuto la barra braille per i computer, i software per ingrandire i caratteri. Ci sono poi, per le scuole secondarie di secondo grado, i libri informatici da leggere con il ricorso alla sintesi vocale o con la barra braille. Si tratta di strumenti per facilitano lo studio e consentono, come l'esperienza ci ha dimostrato, di perseguire quegli obiettivi di autonomia, integrazione e inclusione e di conseguire diplomi e lauree, dunque risultati molto significativi che rendono queste ragazze e questi ragazzi liberi di seguire aspirazioni e progetti e di essere protagonisti delle loro vite», ha concluso Lavinia Garufi, responsabile del centro di consulenza Tiflodidattica di Reggio Calabria.