VIDEO | Al via la seconda stagione all’aperto di un progetto gratuito e liberamente accessibile a tutti. Uno spazio in cui lo scambio è fondamentale, dove anche chi impara può insegnare parole della sua lingua d'origine
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La piazza, un luogo di incontro tra le tante comunità di diversa provenienza che ormai popolano la città di Reggio Calabria e spazio per una speciale scuola all’aperto in cui apprendere la lingua del paese in cui si vive, senza dimenticare quella di origine. Cresce l’integrazione e una barriera diventa risorsa grazie al progetto di scuola intergenerazionale di Italiano all’aperto che torna in piazza Sant’Agostino a Reggio Calabria, su suolo concesso gratuitamente dal Comune, da sempre animato da incontri multiculturali, tutti i mercoledì e i venerdì dalle 17:30 alle 19. Avviati nell’agosto dello scorso anno, durante l’inverno gli incontri sono stati ospitati dai Padri Gesuiti della chiesa degli Ottimati e adesso sono tornati in piazza, luogo per il quale l’esperienza è stata concepita. Un percorso che si propone di facilitare l’apprendimento della lingua italiana da parte degli adulti, coinvolgendo anche i giovani, agevolati nella conoscenza dalla frequentazione della scuola.
Una scuola intergenerazionale
«Il nostro obiettivo è duplice. Intendiamo supportare gli adulti nella comunicazione quotidiana sul territorio reggino, insegnando loro la lingua, strumento necessario per integrarsi. Ci proponiamo, altresì, di favorire uno scambio tra genitori e figli affinché questi ultimi non disperdano la loro lingua di origine e, tanto nel contesto di questa scuola quanto in quello familiare, possano invece favorire a loro volta l’apprendimento della lingua italiana da parte dei genitori. È molto importante che i giovani nati in Italia non dimentichino la lingua di origine dei genitori, che la considerino un punto di forza e non di debolezza. Dunque la visione nella quale si muove questa scuola è proprio quella di uno scambio generazionale che alimenti il mantenimento della lingua di origine e l’acquisizione di un’altra lingua, consolidando anche lungo queste direttrici il legame familiare», ha spiegato Giorgio Furfaro, docente e ricercatore presso l’università per Stranieri Dante Alighieri e coordinatore della scuola d’Italiano in piazza a Reggio Calabria.
Uno scambio vivo e articolato che in questa scuola speciale coinvolge tutti; anche chi impara e apprende, infatti, può insegnare parole di un’altra lingua a chi insegna. «Una dimensione che spazia, si dilata e arricchisce anche noi che impariamo tante parole straniere e che ancora non siamo riusciti a contare quanti lingue siano parlate a Reggio Calabria», ha evidenziato Giorgio Furfaro.
Una diversità che è ricchezza
«I nostri studenti e le nostre studentesse provengono dall’Africa Subsahariana, dall’Asia, in particolare dall’India, dal Pakistan, dal Bangladesh ma anche dall’Afghanistan, dalla Siria e dal Kurdistan. La loro partecipazione è anche l’esito della nostra attività preliminare di coinvolgimento delle comunità straniere presenti sul territorio. Dallo scorso anno ottanta persone hanno frequentato. Una quarantina gli iscritti di quest’anno. Una grande diversità e una ricchezza che ci rendono davvero molto contenti di questa esperienza», ha spiegato Ida Triglia, bibliotecaria, insegnante e coordinatrice della scuola d’Italiano in piazza a Reggio Calabria.
Un progetto aperto e gratuito
Un progetto gratuito, liberamente accessibile e aperto al contributo della cittadinanza tutta, dunque non solo di insegnanti ma di persone di buona volontà.
«Siamo molto contenti di essere tornati in piazza dove tutto è iniziato lo scorso anno. Qui palpita l’anima autentica della scuola dove a volte avvengono anche i primi incontri con persone che poi restano per imparare o per darci una mano. È un’esperienza in crescita che necessita del contributo di tutti. Un contributo che non ci è mai mancato. Da subito, infatti, abbiamo potuto contare sul supporto di persone e associazioni. Abbiamo una campagna di crowdfunding aperta per le necessità specifiche della scuola. Ci piace pensare a questa esperienza come ad un modo di vivere anche le piazze e gli spazi comuni nel segno dell’integrazione e della condivisione, come ad un’opportunità di crescita della città di Reggio e come testimonianza di una comunità accogliente non possibile ma già esistente in questa città», ha sottolineato Ida Triglia.
L'integrazione che genera impegno
Uno spirito di servizio che alimenta nuove storie come quella di Matiullah, giovane afgano di 24 anni, arrivato dalla Turchia otto mesi fa. Nel suo paese insegnava inglese ai piccini e presto insegnerà Italiano in piazza a Reggio Calabria.
«In questa scuola sto imparando a conoscere meglio l’Italia, la cultura e la sua storia. Qui ritrovo la società e la comunità di questo Paese che mi piace molto e di cui amo il cibo, soprattutto la pizza. Mi trovo bene con le persone. Voglio migliorare il mio italiano per dare il mio contributo», ha raccontato Matiullah Haroon.