Un'edizione segnata dal Covid che ha imposto rigide regole. Spazio anche al cinema e all'editoria ed evento conclusivo dedicato alla street art con la partecipazione dell'artista napoletano Jorit
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Il Festival Nazionale di Diritto e Letteratura “Città di Palmi” 2020 chiude i battenti: grande successo per le tre giornate principali, nonostante le difficoltà legate alle incertezze dell’era Covid, e ancora tanti sono gli eventi in programma.
Soddisfatto l’ideatore e organizzatore della manifestazione, il magistrato Antonio Salvati: «Non è stato facile, per l’associazione che ormai per tutto l’anno lavora alla realizzazione del Festival, organizzare un’edizione così completa nel più rigoroso rispetto di tutte le regole anti Covid e per di più in pochissimo tempo. Solo ai primi di settembre, infatti, abbiamo deciso di programmare gli eventi dal vivo e non da remoto, anche come reazione ai tempi che stiamo vivendo. La risposta è stata incredibile. Non solo, come da tradizione, le sessioni di Palmi e di Reggio Calabria sono andate sold out in appena pochi giorni dall’inizio delle prenotazioni: in più, le dirette degli eventi hanno registrato una copertura di più di trentacinquemila contatti con ben ottomila interazioni. Un mare di gente, che ci esalta e ci spinge ancor più a migliorare per le future edizioni».
Tra gli eventi più seguiti da casa vanno annoverate di sicuro la ricostruzione del caso Dreyfus di Simonetta Matone, magistrato noto al grande pubblico per le tante apparizioni nel salotto di Bruno Vespa; il processo simulato alla città di Napoli, con l’appassionata arringa difensiva da remoto del sindaco di Napoli Luigi De Magistris e l’acuta sentenza di Aglaia McClintock; il racconto della European Spirit of Youth Orchestra, vero motore generatore di cittadinanza europea, con la voce del direttore e fondatore Igor Coretti Kuret e le note struggenti del violino di Aleksandra Latinovic e del pianoforte di Daniele Ciullo in concerto.
«Come sempre, abbiamo attribuito particolare importanza alle sessioni accademiche - aggiunge il coordinatore scientifico della manifestazione Daniele Cananzi, direttore del CRED di Reggio Calabria - perché sono momenti in cui la commistione tra l’amore per le belle lettere ed il necessario rigore del diritto colpisce ed affascina il nostro pubblico, come è accaduto in occasione degli interventi di Melania Salazar e Massimo La Torre e dei versi declamati da Carmelisa Nicolò».
Spazio è stato dedicato anche al cinema, con le proiezioni in tema realizzate dai circoli “C.Zavattini” di Reggio Calabria e “V.De Seta” di Palmi. Di particolare rilievo anche la presentazione dell’originale collana pubblicata dalla casa editrice Le Lucerne di Milano, che ha ad oggetto I Processi Immaginari realizzati in occasione del Festival a partire dalla prima edizione, nel 2014. «Non potevamo perdere l’occasione di presentare questo nostro progetto editoriale, in cui tanto crediamo, a Palmi: cioè nel luogo dove tutto è nato», ha affermato al termine del suo intervento l’editore Brenno Bianchi, assieme a Pasquale Tammaro ed Ilaria Iannuzzi giovani protagonisti di questa interessante iniziativa editoriale.
La manifestazione si è conclusa con un evento incentrato sui temi della street art e del recupero degli spazi urbani come affermazione dei valori della cittadinanza (Civis ergo sum. Città e cittadinanza tra letteratura e diritto era, per l’appunto, il tema di questa edizione).
A discuterne Giovanni Fiamingo e Luca Mazzella, con il primo impegnato in un interessante resoconto sull’evoluzione storica di questa particolare forma artistica ed il secondo a raccontare ai tanti presenti una storia di cittadinanza attiva come quella del recupero del Kobe Park a Napoli: un vero e proprio miracolo urbano dovuto alla partecipazione di tutto il quartiere dove è stato realizzato il playground dedicato al campione dei Los Angeles Lakers, che proprio in Calabria ha cominciato a muovere i primi passi della sua inarrivabile carriera cestistica.
Presente al dibattito anche il famoso street artist napoletano Jorit, che ha ipnotizzato il pubblico presente realizzando un ritratto attualizzato di Mata e Grifone, le maschere popolari simbolo dell’incontro tra culture diverse. Un evento quanto mai prezioso, visto che non sono tante le occasioni in cui Jorit – personaggio schivo e riservato di natura - si è esibito all’interno di un contesto come quello di un evento culturale come è il Festival: che ha però come scopo dichiarato, fin dalla prima edizione, proprio quello di superare barriere e steccati che troppo spesso ingessano la cultura rendendola sterile.