VIDEO | E' stato inaugurato nel borgo traentino. «Un'opera dalle caratteristiche uniche che con l'acqua piovana - spiega lo scultore Pino Savoia - riprodurrà l'effetto di un gladio intriso di sangue»
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Un’Ara per commemorare i martiri di tutte le guerre e delle persecuzioni razziali e politiche. È stato inaugurato nel centro storico di Crosia, a pochi passi da dove la leggenda narra si sia combattuta l’ultima grande guerra tra le colonie Magnogreche di Sibari e Crotone, il primo monumento si ergerà il primo monumento ai Caduti del comune traentino. Un’opera d’arte, affidata all’estro e all’ingegno dello scultore calabrese Pino Savoia, già autore - tra le altre - di installazioni come la Macchina armonica e l’Angelo del mare.
I momenti salienti della storica cerimonia, alla quale hanno preso parte le più alte cariche civili e militari del territorio nonché le associazioni delle forze dell’Ordine, dei reduci di Guerra e anche una delegazione dell’Istituto delle Guardie d’onore alle Reali tombe del Pantheon, sono stati accompagnati dalle note della Fanfara del Primo Reggimento Bersaglieri di Cosenza.
Il sindaco: «Finalmente un monumento ai caduti»
«È sicuramente una tappa storica per Crosia – ha detto il sindaco Antonio Russo – perché da oggi la comunità traentina potrà dare onore a tutti i martiri della Patria e a coloro che si sono battuti per difendere la democrazia nel nostro Paese. La nostra cittadina, infatti, - ha commentato il Primo cittadino - non ha mai avuto un’ara commemorativa attorno alla quale riunirsi e celebrare i propri caduti».
L'artista: «Un'opera che vive grazie ai suoi materiali»
Il nuovo monumento nasce dall’estro artistico di Pino Savoia che ha plasmato un’opera dal titolo emblematico “Verticale è il fendente che incide la Patria”. Una scultura imponente, in bronzo, ferro antico e acciaio, con una caratteristica peculiare che va oltre la bellezza e l’impatto della stele. «Questo monumento – ha detto Savoia – è stato realizzato con un’idea che è quella di mantenere sempre viva la memoria dei martiri. Esso rappresenta un gladio, realizzato con l’acciaio temprato tipico della spada, che si infilza nella terra e dal quale fuoriesce un’aquila di bronzo che incarna l’animo duro e maestoso di chi morendo si è sacrificato per la propria Patria e, quindi, per la propria identità e per i suoi valori. Ma come dicevo – ha spiegato ancora l’artista – è anche un’opera che vive. Sulla scultura, infatti, è applicata una lastra di ferro antico arrugginito che a contatto con la pioggia farà scivolare lungo la lama del gladio un filo d’acqua rosso che rievocherà il colore del sangue ed il sacrificio di chi si è battuto per la pace e la democrazia».
Insomma, un’opera non solo evocativa ma che è stata pensata anche per attirare la curiosità e l’interesse degli appassionati d’arte, installata in un centro storico, quello di Crosia, celebre per la Madonna delle Lacrime, ma che vuole ritornare a vivere anche attraverso una nuova primavera artistica.