C’è un’intervista poco conosciuta in cui ad Alberto Sarra viene chiesto di indicare l’origine dei suoi rapporti con Giovanni Zumbo, commercialista reggino in odore di Servizi segreti i cui movimenti ondeggiano tra Stato e antistato. Il politico, nel libro O mia bella Madundrina spiega che Zumbo «gli era stato indicato da un magistrato del quale non avrebbe fatto il nome neppure sotto tortura». L’aneddoto apre il paragrafo della sentenza Gotha dedicato ai rapporti di Sarra con soggetti appartenenti al sistema occulto in cui la ’Ndrangheta stringe patti con pezzi (deviati) delle istituzioni e della massoneria.

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Zumbo è, per il collaboratore di giustizia Antonino Fiume, uno dei riservati della cosca De Stefano, un «soggetto – spiega il pentito – non formalmente affiliato ma al servizio dei De Stefano. Ne diede ampia dimostrazione quella volta in cui erano stati sequestrati i beni dei De Stefano e (…) si adoperò, approfittando degli incarichi ricevuti in Tribunale per la restituzione dei beni, cose che effettivamente avvenne». Zumbo non è un commercialista, è molto di più. E anche Sarra, mediano della politica reggina, «non è uno qualsiasi». Prendiamo in prestito le parole del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, così come appaiono nella terza puntata del nostro podcast Gotha. La requisitoria del magistrato descrive una persona «capace di comprendere che le logiche mafiose» vanno oltre gli schemi semplici. Un uomo dalla profonda «consapevolezza politica e dei meccanismi politici: Sarra lo sa, non è nato ieri e non è uno qualsiasi». Lombardo ricorda che il politico che ha vissuto la propria parabola istituzionale nel centrodestra «è quello che entra in contatto con i Pesce, con Marcello Pesce in particolare. È quello che ha rapporti stabili con i Condello, e mi dispiace per Sarra: non sono rapporti professionali».

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Il commercialista-spione nello staff politico di Sarra

Rapporti, appunto: come quelli che il politico intrattiene con Franco Chirico, altro uomo ombra della ’ndrangheta nelle istituzioni condannato a 16 anni. I legami e le informazioni sono tutto per il livello occulto delle cosche reggine. La requisitoria di Lombardo evidenzia un altro dato: quando la Dda di Reggio Calabria riesce a ricostruire i rapporti con Chirico, gli approfondimenti investigativi valorizzano anche «i rapporti che Chirico ha con Gianni Zumbo». Il procuratore aggiunto usa per un attimo l’ironia e parla di «coincidenza» per descrivere un fatto che chiude il cerchio delle relazioni tra politica, ’ndrangheta e servizi. Quel caso che non dipende certo dal destino perché – spiega il magistrato – «non c’è nessuna coincidenza in questo processo» prefigura: Zumbo «all’epoca, guarda caso, era inserito nello staff di Sarra». Il commercialista-spione lavora nella struttura del politico e ha rapporti con Chirico: sono tre livelli che si scambiano informazioni e si completano. Il «triangolo Sarra-Chirico-Zumbo di cui trovate traccia nel capo d’imputazione – spiega ancora Lombardo – è di grandissimo spessore per comprendere se mente o meno Nino Fiume quando racconta le confessioni di Peppe De Stefano che dice “Nino non mi fare vedere in giro insieme ad Alberto Sarra”, ma non gli può spiegare perché non possono fare una passeggiata assieme». 

«Puzza di servizi»

La logica, per il procuratore aggiunto, «è la stessa che spiega Antonio Marra quando dice “se vi hanno videoripreso nell’abbraccio, caro Paolo, che hai intrattenuto con Giorgio siamo fottuti”». Lombardo sintetizza la richiesta di De Stefano: «“Non me lo fare incontrare perché puzza di Servizi”, che è un termine che non può in alcun modo essere banalizzato perché i Servizi hanno un compito ben preciso e quando si parla di Servizi non si parla delle agenzie (nel loro complesso, ndr), ma di singoli soggetti». Questo per dire che «il concetto di Servizio deviato non può essere distorto per considerare deviato il sistema: si parla di agente deviato dei Servizi, di singoli soggetti di cui abbiamo traccia nel processo in relazione ai rapporti di numerosi imputati con un agente dei servizi». 

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Il legame tra Sarra e un poliziotto legato ai servizi segreti

In un altro paragrafo della sentenza si fa riferimento ai rapporti tra «Sarra e soggetti contigui alle agenzie di servizi». Il riferimento è ai rapporti con un ispettore di polizia legato agli apparati di sicurezza. È uno dei tanti passaggi delicati nel lavoro investigativo e di ricostruzione delle dinamiche criminali a Reggio Calabria. Questo agente compare in alcune relazioni di servizio: i suoi colleghi raccontano spiegano che avrebbe cercato di raccogliere informazioni su eventuali indagini della Dia a carico di Sarra o Scopelliti. In cambio avrebbe promesso ai colleghi notizie utili alla cattura di latitanti sul versante tirrenico della provincia di Reggio Calabria. In un’altra circostanza, il poliziotto avrebbe riferito di una conversazione in cui Sarra gli avrebbe detto che «entrambi erano indagati». La ricerca di informazioni è pressante: «Ci sono novità nei miei confronti o posso stare tranquillo?», chiede l’agente a un altro collega. I fatti accadono nel 2007. E «in effetti – evidenzia il Tribunale – corrispondeva al vero che Sarra in quel periodo fosse indagato». Altro dettaglio che tratteggia una vicinanza del politico di centrodestra ad ambienti in cui circolano notizie riservate. Oltre vent’anni di politica da “gregario”. Anni in cui Sarra - che è stato nella sua carriera politica consigliere provinciale, regionale e sottosegretario della giunta regionale - ha stretto mani, disegnato trame, avviato rapporti che lo hanno portato a viaggiare tra mondi per i quali è stato un collante quasi perfetto. Il mondo di sopra, con i comizi e la politica, e quello di sotto, con i poteri occulti che tramano per affermare il proprio potere. Due ambiti in cui le informazioni sono tutto. E gli agenti deviati dei Servizi di informazioni possono veicolarne tante.