Scuola nella bufera

Lamezia, la preside del liceo modello entrava nei server per cambiare i voti degli studenti: indagata insieme ad altre 9 persone - NOMI

Inchiesta della Dda di Catanzaro su uno dei più blasonati istituti della Calabria. Coinvolti la dirigente, sette docenti e un finanziere che spiava le indagini per conto di una prof e del marito. Manager accusata anche di maltrattamenti e nei confronti di tre insegnati “dissidenti”

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di Alessia Truzzolillo
8 ottobre 2024
06:14

Una grossa spada di Damocle pende su un istituto considerato un’eccellenza nel panorama scolastico calabrese.
Il liceo scientifico Galileo Galilei di Lamezia Terme è stato giudicato, nel 2023, il migliore Istituto della regione secondo un’indagine di Eduscopio.
Quest’anno scolastico si è aperto, invece, con una chiusura indagini della Dda di Catanzaro che coinvolge la preside e sette docenti e contempla i reati, a vario titolo contestati, di accesso abusivo a un sistema informatico, falso ideologico e materiale e, non ultimo, maltrattamenti nei confronti di tre docenti che avrebbero avuto un atteggiamento critico sulla gestione dell’istituto da parte della dirigente.

Il cerchio della Distrettuale si è chiuso intorno alla preside della scuola, Teresa Antonietta Goffredo, 58 anni, originaria del Crotonese, gli insegnati Maria Rosaria Rocca, 48 anni, di Lamezia; Giovambattista Chirillo, 51 anni, di Lamezia; Anna Rosa, 64 anni, di Lamezia; Pasqualina Bagnato, 61 anni, di Lamezia; Maria Piera Adamo, 63 anni, di Lamezia; Marietta Paola Veltri, 42 anni, di Paola e Giuseppina Sandra Anania, 66 anni, originaria di Messina. Ad essere indagati sono anche il marito di una docente, Luigi Carlo Isabella, 65 anni, di Lamezia Terme, e un finanziere, Renato Molinaro, 56 anni, di Serrastretta. 


Accesso abusivo per alterare i voti

Voti scolastici alterati a discrezione della preside. Un otto dato dal docente – scrive l’accusa – che diventa un nove, oppure che si abbassa a sette.
In uno dei capi di imputazione contestati alla dirigente, si contano sette accessi al registro scolastico elettronico, dal 28 gennaio 2023 al 13 giugno 2023, con la modifica dei voti in materie come Storia dell’arte, Latino, Scienze naturali e anche Scienze motorie e sportive. Piccoli ritocchi che la Distrettuale considera «abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti alla propria funzione».
Quello che salta agli occhi è che gli accessi della preside per modificare i voti sarebbero avvenuti uno o due giorni prima del consiglio di classe dello scrutinio.

I falsi contestati

Nel registro scolastico elettronico – sostiene la Dda di Catanzaro, competente per il reato di accesso abusivo – si sarebbero introdotti più volte, illecitamente e per commettere falso, sia la preside del liceo scientifico “Galileo Galilei” che altri insegnanti della stessa scuola. Non si parla solo di alterazione di voti dati da altri insegnanti ma anche di alterazione delle ore di attività (per salvaguardare gli insegnanti da ipotizzati procedimenti penali in corso per truffa ai danni dello Stato). In più Goffredo, Adamo e Anania avrebbero formato falsi fogli di presenza degli alunni alle attività di miglioramento dell’offerta formativa nell’anno 2020/2021. Attività per le quali Adamo e Anania «percepivano un compenso supplementare corrispondente a 20 ore di impegno lavorativo».

Il finanziere che “spia” le indagini a carico di un’insegnante

Ad essere implicato in questa vicenda vi è anche un maresciallo della Finanza, Renato Molinaro, in servizio come responsabile dell’aliquota GdF delle sezione di polizia giudiziaria della Procura di Lamezia Terme.
Il militare si sarebbe introdotto, con il proprio account, nel sistema informatico della Cognizione penale per prendere informazioni su tre procedimenti penali sui quali stava lavorando la Procura di Lamezia. Lo avrebbe fatto su istigazione di due coniugi: Carlo Luigi Isabella e Maria Piera Adamo, docente del liceo Galilei indagata in uno dei tre procedimenti “spiati”. Gli accessi informatici oggetto di indagine sarebbero stati eseguiti dal 30 marzo 2023 al 27 settembre dello stesso anno.

I maltrattamenti su tre insegnanti «dissidenti»

Secondo le indagini condotte dal Commissariato di Polizia di Lamezia,  la dirigente avrebbe maltrattato tre insegnati del corpo docente «assumendo condotte e provvedimenti persecutori – integranti mobbing sul posto di lavoro – a danno specifico dei dicenti da lei stessa pubblicamente definiti “dissidenti” ed a lei invisi, anche in quanto legittimamente collocati su posizioni non conformi o critiche rispetto a sue proposte o a sue opzioni inerenti a ogni aspetto della gestione dell’Istituto», scrive nel capo di imputazione il pm Domenico Assumma.

Secondo l’accusa, questo avrebbe generato «illecitamente un clima di sottomissione generale del personale docente, restio, per il timore di ritorsioni ad assumere posizioni critiche nei confronti della dirigente scolastica su qualsiasi questione professionale e amministrativa all’interno dell’Istituto».

«Come al solito lei è ignorante», i pubblici insulti agli insegnanti non graditi

La «svalutazione della preparazione professionale» e il pubblico biasimo erano alcune delle manifestazioni in cui si sarebbe espresso il maltrattamento da parte di Goffredo contro i tre «dissidenti». Ma non solo.
Sarebbero stati negati «pretestuosamente» autorizzazioni per due giorni di permesso retribuiti. Goffredo avrebbe addirittura esortato «i nuovi giovani docenti a non dialogare con la professoressa indicata come il “male” o come “iena” da cui era bene stare lontano». Anche davanti agli alunni sarebbero stati espressi giudizi «denigratori».
Avrebbe escluso indebitamente un docente da un incarico di coordinamento.
Durante un consiglio di classe avrebbe scritto a verbale che il docente ignorava le delibere votate dal collegio dei docenti, aggiungendo «non finisce qui». Questo perché l’insegnante non si sarebbe uniformato nell’assegnazione dei voti agli alunni.
«Ma cosa sta dicendo?… Voi lo capite?… Non si capisce quando parla». Così si sarebbe rivolta pubblicamente Goffredo allo stesso insegnate che non condivideva l’operato della preside durante un collegio dei docenti. Altre occasioni, altri epiteti: «Come al solito lei è ignorante».
E nel 2023 avrebbe «tentato di ostacolare la partecipazione del docente a un progetto universitario…».

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