VIDEO | A celebrare la cerimonia è stato l’imam Mustapha Achik: «Siamo immensamente grati al sindaco ed a tutta la comunità per averci permesso di seguire i nostri fratelli morti in questo trapasso»
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Sono passati quasi 50 giorni dalla strage di Steccato, e mentre al cimitero di Cutro, ci si preparava già da settimane all’eterno riposo di sei salme non riconosciute, tra cui quella di un bimbo di 8 anni, il mare al mattino di ieri restituiva il corpo della 94esima vittima accertata.
E la comunità laboriosa di Cutro si è di nuovo adeguata: dopo i rilievi al corpo del trentenne recuperato al mattino sul bagnasciuga della vicina spiaggia di Praialonga, ritrovato da una donna che faceva una passeggiata, ha accolto al cimitero anche l’appena arrivato KR94M30 che attenderà la necessaria burocrazia assieme alla 93esima vittima, l’altro giovane di circa 25 anni, ritrovato lo scorso 3 aprile sempre su queste spiagge della morte.
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Anche loro due, saranno di certo inumati qua, accanto ai sei inumati che, ora finalmente, potranno riposare in pace grazie alla cerimonia già preparata dall’imam Mustapha Achik, che ha anche curato l’inclinazione delle bare per garantire il rivolgersi dei fedeli alla Mecca.
Ha molto colpito, durante tutto il rito, la collaborazione attenta di tutti alle esigenze islamiche; anche la compassione silenziosa di don David Fiore parroco di Cutro. Una compassione e compartecipazione di chi sta cercando di dare, almeno nel trapasso della nuova vita, conforto ad un popolo di migranti.
Una capacità che il primo cittadino di Cutro è convinto sia frutto di due comunità rispettose e rispettate da anni: «Noi stiamo dimostrando da anni, che queste comunità possono insegnarci molto così come sono sempre grati a ciò che noi riusciamo a fare per loro» ci riferisce il sindaco Antonio Ceraso, a latere dei riti minuziosi seguiti per queste sei salme senza nome ma con le cifre oramai note che indicano il 65esimo, il 78esimo, il 79esimo, l’82esimo (il bimbo), il 90esimo ed il 92esimo ritrovamento; sigle che segnano anche il sesso, tutti uomini; e danno un’età indicativa: dagli 8 ai 40 anni massimo, in questo caso.
Qui a Cutro le circa trecento famiglie marocchine hanno donato fontane ed altri segni di gratitudine anche per la possibilità di aver eretto una piccola moschea all’entrata del paese ed avevano già preparato passi ulteriori di un gemellaggio che hanno già portato consoli ed ambasciatori e, forse, la possibilità di creare un ala islamica in questo secondo cimitero periferico in località Serre che, a differenza di quello di Rosito su in paese, ha spazi e disponibilità anche per le inumazioni a terra.
Ringrazia l’Imam: «Noi siamo immensamente grati al sindaco ed a tutta la comunità della provincia di Crotone per averci permesso di seguire i nostri fratelli morti in questo trapasso» ci tiene a precisare Mustapha Achik.
Ma è davvero un lutto collettivo e consapevole, ci sono persone che si danno da fare con compostezza e disponibilità di fronte a persone che sono morte per sfuggire ad altro tipo di morte certa, non solo per miseria; è un insegnamento che la Calabria sta mostrando di possedere e che Cutro, in particolare, può e deve trasmettere: «Ecco perché fin da subito, e lo ripeto sempre, ho detto che i riflettori non vanno abbassati - ha precisato il sindaco Ceraso - siamo capaci di saper soffrire accanto a questi fratelli per prendere tutti coscienza dell’immane tragedia che non è iniziata il 26 febbraio e, purtroppo, non da cenni di poter smettere».