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«L'esperienza della Fattoria Didattica e Sociale cui ha dato vita l'Associazione di volontariato “La Goccia” di Vibo Valentia è veramente esemplare e merita di essere segnalata come buona pratica e sostenuta ora in tutti i modi possibili”. Con queste parole, il vicepresidente della Regione Antonio Viscomi ha salutato il presidente Michele Napolitano, don Giuseppe Fiorillo, i soci, i volontari e gli ospiti della struttura visitata oggi ed ubicata alle porte di Vibo.
Nel corso della visita, al vicepresidente sono stati illustrati i risultati di un impegno appassionato e gratuito che ha portato, nell'arco di pochi anni, alla costruzione - senza un euro di contributo pubblico - di una realtà importante, forse conosciuta più fuori che nella regione, «nella quale - ha dichiarato il vicepresidente - la natura è prima di tutto un luogo dell'anima, una cura per il caos di esistenze non facili, un cuore pulsante che tiene insieme esperienze le più disparate. È del tutto evidente che dietro il 'fare' qui c'è e si sente un 'essere', un modo di intendere la vita e le relazioni tra gli esseri umani. Qui si comprende pienamente, mi pare, che prima dell'interesse c'è l'inter-essere, lo stare insieme, l'essere comunità in cui ognuno assume su di se la responsabilità dell'altro».
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Ragionando con gli operatori presenti, sono emerse alcune considerazioni importanti sul ruolo e la funzione di esperienze di tale natura nel quadro delle politiche pubbliche messe in atto dalla Regione, che il vicepresidente ha riassunto in almeno due punti chiave.
Il primo riguarda «la necessità che gli apparati pubblici sappiano fare un passo indietro, rinunciando a colonizzare o condizionare esperienze private che hanno dimostrato la loro effettiva sostenibilità, e siano invece orientati a rafforzare le funzioni di controllo per evitare che la condizione di disagio diventi terra di conquista per delinquenti di qualunque risma, come purtroppo le cronache ci ricordano troppo spesso».
Il secondo riguarda la necessità di considerare la specificità dell'esperienza delle fattorie sociali per adeguare l'assetto normativo e regolamentare esistente. «Le fattorie sociali rappresentano il luogo dove integrare e unificare politiche e strategie che attengono ad aree differenti: dalle politiche del lavoro a quelle sociali, a quelle di recupero dalla devianza, dalle politiche formative a quelle sanitarie, dalle politiche agricole a quelle scolastiche. È un errore continuare a guardare a queste iniziative con le lenti frammentate e settoriali delle competenze burocratiche. Bisogna cambiare logica e operare con strategie integrate di sviluppo e con operazioni in grado promuovere le autonome reti di relazione e di competenze. Per tutte queste ragioni, esperienze come quella vibonese de 'La Goccia' pongono a tutti noi una sfida radicale: o cambiamo modo di ragionare o rischiamo di restare impantanati in un modo di fare inerziale e perciò rassicurante ma del tutto inidoneo ad affrontare le sfide che abbiamo davanti».