Dopo la prima udienza nel foro di Lamezia si trasferisce alla Corte di Assise di Catanzaro il processo a carico di Francesco Rosario Aloisio Giordano, l’uomo lametino, accusato di maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata nei confronti della compagna.


La donna di nazionalità rumena si sarebbe trovata a vivere in un vero e proprio film dell’orrore con tanto di torture e violenze fisiche e psicologiche che si sarebbero consumate anche davanti ai figli minorenni.


Il tutto tra il 2007 e il 2017 fino al rinvenimento lo scorso 22 novembre in una baracca nelle campagne di Gizzeria della donna e dei piccoli, tra topi, feci e alimenti scaduti.


A difendere Giordano gli avvocati Salvatore e Simona Sisca. Sono stati loro ad evidenziare che il reato di riduzione in schiavitù deve essere discusso in Assise portando, quindi, ad un trasferimento e ad un rinvio del procedimento.


Secondo le carte delle indagini la donna sarebbe stata intercettata da Giordano come badante della precedente compagna in quel momento in gravi condizioni di salute, ma che le avrebbe confidato di essere anch’ella vittima di soprusi.


In una fase successiva sarebbe iniziata la relazione con Giordano contraddistinta dalla reclusione in casa, oltre che dalle angherie e sevizie.


Sevizie le cui ferite sarebbero state saturate da lui stesso per evitare di esporre la vittima a contatti esterni.

 

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