Quattro anni, sette mesi e cinque giorni di reclusione. È quanto dovrà scontare P.P. lametino di sessantasei anni che durante la sua attività di insegnante si sarebbe reso protagonista di reati di violenza sessuale aggravata su minori.

Il personale dell’ufficio anticrimine del Commissariato di Lamezia Terme lo ha arrestato in esecuzione di ordine di carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme a firma del Procuratore di Lamezia Terme Salvatore Maria Curcio. L’uomo era finito in carcere già nel 2019, successivamente tradotto ai domiciliari e a seguito delle lunghe ed articolate indagini svolte all’epoca dei fatti dall’Ufficio Anticrimine del Commissariato di Polizia di Lamezia Terme, che avevano permesso di accertare che P. P., insegnante di religione nella scuola dell’infanzia di Gizzeria Lido, aveva costretto le sue piccole alunne, durante le ore di lezione, a subire molestie e atti sessuali.

L’attività info-investigativa era iniziata a seguito della denuncia di una madre che si era rivolta a alla Polizia, dopo aver ricevuto le confidenze della figlia di cinque anni la quale le aveva confidato, con riluttanza, quello che era costretta a subire dall’insegnante. Dai baci al sedersi sulle gambe, tutte attenzioni particolari che avevano confermato anche altre mamme dopo avere sentito le loro bimbe.

La successiva attività tecnica, compiuta dall’Ufficio Anticrimine del Commissariato Lametino, su autorizzazione della locale Procura della Repubblica, effettuata anche mediante l’installazione di impianto di video sorveglianza all’interno della scuola, aveva permesso, da un lato di dare riscontro alle dichiarazioni assunte, dall’altro aveva fornito la prova delle responsabilità dell’insegnante, notato, in più occasioni, abusare delle giovanissime alunne.


A seguito delle indagini svolte, coordinate dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, l’insegnante è stato condannato dal Gip di Lamezia Terme, con sentenza confermata dalla Corte d’Appello di Catanzaro, a quattro anni e otto mesi di reclusione, nonché all’interdizione dai pubblici uffici per anni cinque. Dopo le formalità di rito l’arrestato è stato associato alla Casa Circondariale di Catanzaro.